Alberi abbattuti a Cardano, “si poteva evitare”

L'abbattimento delle piante nella zona di palazzine tra via Iotti e via Montecchio ha creato qualche malumore a Cardano. "La sostituzione con piante più giovani non sarà la stessa cosa", dice Albano Calloni di Fabbrica Ambiente

Generico 28 Nov 2022

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Albano Calloni, referente di Fabbrica Ambiente, indirizzata agli amministratori di Cardano al Campo, dopo il caso delle piante abbattute in via Iotti, già sollevata anche da alcuni lettori di Varesenews

 

All’attenzione del sindaco COLOMBO MAURIZIO e dell’assessore all’ambiente SURIANO MERI
Carissimi vi scrivo come referente di FABBRICA AMBIENTE, associazione di Cardano che ha avuto sempre a cuore il nostro territorio. Vi ricordo che anche voi siete stati membri di tale associazione per molti anni ed è grazie a codesto gruppo che in loco state occupando posizioni amministrative.

Apprendo con sconcerto, che disattendendo i principi che vi hanno sostenuto, abbiate ritenuto prioritario agire in maniera opposta abbattendo alberi secolari in zona area feste senza che i responsabili intervenissero in alcun modo per vietarlo (forse adducendo a malattie e/o sicurezza) e che è in progetto (ove non l’aveste già fatto) di abbattere 9 + 7 alberi di via lotti e forse i 4 di via Montecchio. Voglio sommessamente ricordarvi che esiste la possibilità di curarne il loro antecedere con metodi meno cruenti, soddisfacendo appieno gli interessi di tutti. Voglio ricordarvi che voi occupate un posto di responsabilità di servizio al cittadino ed è vostro dovere verificare che il vostro comportamento non sia lesivo dei diritti della comunità cardanese di cui il verde pubblico è parte integrante.

Coinvolgere le comunità interessate in decisioni cosi importanti è fondamentale per non ledere questi diritti e sottrarsi al confronto sia deleterio per una amministrazione che deve abbattere le barriere esistenti tra palazzo e cittadinanza. Come membra di una comunità viva, oltrepassare tale limite, sia da annoverare tra i comportamenti altamente lesivi del citato sopra. Oggi giorno si tende a parlare di arredo urbano in forma strettamente cementizia dimenticandosi che non è l’albero ad adattarsi ad esso ma esattamente il contrario.

Voi dovete pensare che non è la sostituzione di un albero ventennale o più a risolvere il problema di un marciapiede, ma l’ottemperanza culturale nel verificare che l’amico albero abbia lo spazio necessario per vivere e non sopravvivere; oltremodo dovreste sapere che ogni secondo, al mondo, 2 metri quadri di territorio vengono sottratti per la sconsiderata attenzione alle costruzioni.  La Co2 assorbita da un albero è proporzionale al diametro del suo tronco e al volume delle sue fronde e non è facilmente sostituibile con altra di più minuta piantumazione a cui occorrerebbero altrettanti anni per fare lo stesso servizio al cittadino.

Il rifacimento di pezzi di asfalto con l’abbattimento non è la soluzione, tra venti / trent’anni vi ritrovereste lo stesso problema e si sarebbero fatte spese inutili a danno della comunità, oltre ad esservi arrogati il diritto senza autorizzazione ed informazione ai residenti (ovvio che voi avete il potere decisionale che vi esime da tutto questo, ciò che sconsiglio vivamente). La vostra delicata ed invidiabile posizione di servizio non può considerarvi indifferenti a tutto questo, ne perderebbe la vostra immagine ove questo non fosse già avvenuto.
Considero questa mia riflessione fondamentale su atti compiuti e da compiere che stimano di quanto sta avvenendo in difformità a regole non scritte, ma che ottemperano ad un progetto di vita; non considerare quanto scritto è mia / nostra intenzione incontrarvi su pagine di qualche quotidiano.

N.B. Considerate il vostro servizio come patrimonio personale da tramandare perché sarete ricordati per questo e solo per questo. La natura ci dice “voglio vivere con te , anche dopo di te e quando mi vedrai dall’alto, se mi avrai amato, ti mostrerò i miei declivi a quanti avrai insegnato loro chi sono”.
Il referente di FABBRICA AMBIENTE CALLONI ALBANO ERMELINDO

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 30 Novembre 2022
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