Ex lavoratori Auchan di Rescaldina vincono il ricorso al Tar, sindacati: «Una vittoria importante, ma amara»
La nuova proprietà ha già licenziato quattro lavoratori e gli altri quattro, secondo la Filcams Cgil, non saranno reintegrati
Dopo il Tribunale di Busto Arsizio anche il Tar Milano ha dato ragione agli otto ex lavoratori dell’ex Auchan di Rescaldina. Una vittoria importante, ma nel contempo amara visto che nel frattempo quattro di loro sono stati licenziati (procedura individuale) e gli altri, secondo il sindacalista Fabio Toriello segretario della Cgil Ticino Olona, avranno la stessa sorte. E il fatto che più desta tensione tra sindacati e lavoratori « è vedere come NTC8, attuale gestore del punto vendita Conad, ha continuato nel corso di questi due anni ad assumere personale in sostituzione dei lavoratori dimessi o licenziati. Solo nel periodo gennaio – settembre 2022, sono stati ventisette lavoratori, utilizzando contratti a tempo indeterminato, a tempo determinato e facendo ricorso, durante i picchi di maggiori vendite, a contratti di lavoro in somministrazione, tramite agenzia interinale».
Martedì 15 novembre, si è tenuta la seconda udienza del ricorso presentato da Conad alla Corte d’Appello di Milano proposta a seguito della sentenza emessa lo scorso 15 febbraio nella quale il Tribunale di Busto Arsizio aveva dato ragione alle lavoratrici ed ai lavoratori esclusi dal passaggio da Auchan Rescaldina al nuovo gestore del punto vendita consorziato a Conad. «A seguito del dispositivo della Corte di Appello – precisa Toriello -, viene riconfermata anche in secondo grado l’irragionevole e infondata posizione aziendale che, grazie al supporto degli Avvocati Luigi De Andreis e Emanuela Casali e dell’Ufficio Vertenze della CGIL Ticino Olona, sancisce ulteriormente l’ingiustizia perpetrata da Conad nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che avevano ed hanno pieno diritto alla ricollocazione. È un importante vittoria per la CGIL poiché la stessa evidenzia la centralità del diritto al lavoro ristabilendo così la dignità violata delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti».
L’unica “colpa”, se si può chiamare tale, di questi 8 dipendenti è stata quella di non aver accettato l’incentivo all’esodo. «Nel corso della trattativa sindacale tenutasi nel mese di settembre 2020 per il trasferimento dei 300 dipendenti impiegati all’epoca nella Ex Auchan, solo 200 ebbero la “fortuna” di passare alla nuova proprietà con decorrenza ottobre 2020 – spiega ancora Toriello -. A differenza dei lavoratori che scelsero volontariamente di aderire al piano di incentivazione all’esodo proposto dalla subentrante, otto di questi (tra cui una coppia di coniugi con due figli a carico), non vedendosi riconoscere il diritto al passaggio decisero, sostenuti dalla federazione della CGIL territoriale, di impugnare la mancata ricollocazione verso il nuovo player commerciale. Va ricordato che, a seguito della sentenza del Tribunale di Busto Arsizio che aveva sancito l’illegittimità della scelta aziendale praticata in sede di accordo sindacale non sottoscritto dalla CGIL, l’azienda aveva, con decorrenza 01 aprile reintegrato gli otto lavoratori che vennero successivamente posti in aspettativa retribuita adducendo che tale scelta era motivata dal fatto che avrebbero dovuto fare preventivamente una valutazione tecnicaorganizzativa prima della ricollocazione in azienda». Una comunicazione, quest’ultima, che fu sin da subito contesta perchè, come ricorsa il sindacalista, «ritenuta scrivente strumentale e difatti organizzammo un presidio davanti al punto vendita di Rescaldina per rivendicare il diritto al reintegro immediato sul posto di lavoro così come stabilito dal giudice. Successivamente, quattro di loro, si videro recapitare la lettera di apertura della procedura di licenziamento individuale presso l’Ispettorato del lavoro alla quale presenziammo contestando la procedura ma che, a conclusione dell’iter, vide i quattro lavoratori messi fuori dalla porta».
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