“Cinquanta euro all’ora per l’accoglienza in ambulatorio, ma solo 15 per curare chi è in terapia intensiva”

La riflessione amara di un infermiere di terapia intensiva in merito ai fondi stanziati da Regione Lombardia per recuperare le liste d'attesa. Firrisi della Uil FPL ammette: "C'è molto malcontento. Situazione drammatica"

ambulatorio apertura

La campagna promossa da Regione Lombardia per abbattere le liste d’attesa poggia sulle attività extra dei sanitari che accettano di fare delle ore in più dietro contributo economico.  Il riconoscimento è di 50 euro all’ora lordi per infermieri e tecnici di radiologia e di 100 euro per i medici.

Un infermiere della sanità pubblica solleva il problema della congruità del valore dell’attività extra alla luce della normale remunerazione garantita per il lavoro ordinario prevista dalla normativa nazionale.

Chi solleva il problema è un sanitario impegnato in un reparto molto delicato, la terapia intensiva. Dove si ha costantemente a che fare con situazioni critiche, dove l’assistenza prevede un’elevata complessità. L’infermiere si dice amareggiato perché, a fronte di un lavoro quotidiano in terapia intensiva dove « si mette a repentaglio la propria vita tra malattie di tutti i generi, infezioni virali, batteriche, sistemiche, di tutti i tipi politraumi, post- operatori, arresti cardiaci, meningiti fulminanti, sindromi di tutti i tipi, infarti miocardici, emorragie cerebrali, morti cerebrali, col rischio di commettere un minimo sbaglio che condizioni la vita come ad esempio un contagio di una meningite o di qualche malattia a trasmissione di liquidi biologici, si guadagnano 15 euro netti all’ora mentre per far accomodare dei pazienti in un ambulatorio ne debba guadagnare 50».

Invece, tra le mansioni che un sanitario deve svolgere per le attività extra con il recupero delle liste d’attesa è previsto:

Arrivare per tempo per assicurare che l’attività inizi all’ora prevista.
Presenza della la lista appuntamenti degli utenti stampata da book a cura medici della Neurochirurgia.
Fornitura adeguata di materiale per condurre la seduta di visita.
Invitare le persone a compilare foglio anamnesi COVID e foglio Privacy.
Presenza di pagamento ticket se persona non esente. In mancanza di pagamento ticket indirizzare la persona ad effettuare il pagamento presso il totem ubicato nella Hall del Nuovo Ospedale o in Segreteria Poliambulatori per la sola emissione di Pagopa (la segreteria dei poliambulatori è aperta dopo le 15.30 SOLO per attività libero professionale ma può emettere Pagopa per chi lo necessita).

Durante la seduta di visita
Chiamare le persone seguendo la cronologia della lista appuntamenti.
Fare accomodare le persone nell’ambulatorio, fornire aiuto negli spostamenti qualora fosse necessario.
Fine seduta di visita
Riordinare l’ambulatorio e sanificare il lettino e superfici.
Raccogliere i FAP da consegnare in segreteria.
Chiude alipack (se necessario),
Assicurarsi che il Personal Computer sia spento.
Avvisare il personale presente che l’attività è stata completata.

Il sanitario commenta:  «Ho fatto anni di università, master, specializzazioni, senza nessuna remunerazione adeguata al mio lavoro svolto e alle mie competenze, alla mia responsabilità, con un minimo errore rischio denunce, essere contagiato da malattie, di poter uccidere un paziente e quindi di mettere a repentaglio la mia e la vita dei pazienti che assisto durante la mia attività lavorativa».

La disaffezione verso una professione sanitaria come quella dell’infermiere ha ormai molteplici spiegazioni, non ultima quella di una remunerazione che non tiene conto del percorso universitario e delle responsabilità ma, come in questo caso,  anche di investimenti saltuari dove si mettono fondi a disposizione in maniera occasionale per compiti meno qualificati.

« L’amarezza tra il personale infermieristico c’è e ce ne accorgiamo ogni giorno – commenta Gianluca Firrisi, della Uil FPL Varese – come sindacati lavoriamo perché tutti i fondi a disposizione vadano per migliorare le condizioni lavorative dei dipendenti. Ma i fondi sono limitati e diversificati non è possibile investire diversamente quanto è destinato, come in questo caso, alla voce del recupero delle liste d’attesa. La situazione però è davvero drammatica e l’ultimo concorso per infermieri bandito dalla Sette Laghi lo dimostra: solo 35 candidati di cui 20 già dipendenti a tempo determinato. È andata meglio alla Valle Olona dove se ne sono presentati circa 70. Il tema però è politico e si lega alla contrattazione nazionale a cui si aggiunge quella regionale. Come sindacato sappiamo che il malcontento è elevato e c’è necessità di una svolta».liste d’attesa

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Pubblicato il 23 Febbraio 2023
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