Lingue di allodola per i King Crimson
Con una formazione tutta nuova inizia un altro periodo della band

Come ho già spiegato varie volte, parlare di prima seconda o terza formazione dei Crimson fa un po’ ridere visto che i musicisti Fripp li cambiava sempre: fatto sta che questa è considerata la terza. Noi li avevamo lasciati a Lizard, omettendo per motivi di spazio l’ottimo Islands e l’invece trascurabile live Earthbound. Ma di fatto nel gennaio 1972 Fripp aveva già “licenziato” il gruppo, compreso lo storico paroliere Sinfield, salvo fare qualche concerto in America per obblighi contrattuali. Per ripartire scelse John Wetton, bassista dei Family, Bill Bruford, batterista degli Yes, il violinista e flautista David Cross ed il percussionista Jamie Muir. E questa, tranne Muir, si rivelò una formazione già più duratura, per non parlare del sodalizio con Bruford che durerà ancora di più. La musica? Il recensore di Rolling Stone scrisse che non era adatta per ballare né come background per lavare i piatti, ma andava approcciata con la mente aperta. Sono i King Crimson: vale sempre la pena.
Curiosità: a differenza ad esempio dei Genesis, i Crimson non usarono mai la teatralità da palco: Fripp voleva che ci fosse la musica e basta a parlare per loro. Unica eccezione fu il pittoresco percussionista di questo album, Jamie Muir, che usava strani costumi, si muoveva continuamente ed utilizzava ogni sorta di oggetto come percussione. Durò pochissimo perché quando iniziò la tournée di supporto se ne era già andato in un monastero buddista.
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