La pantera dei Roxy Music
Il loro secondo disco fu l’ultimo col geniale Brian Eno
Davanti a una skyline metropolitana una sensuale Amanda Lear con una pantera al guinzaglio si avvicina ad una limousine dove l’attende l’elegante Bryan Ferry: sono passati pochi anni dall’epopea hippy col rifiuto di ricchezza e consumismo, e già il rock allarga il proprio immaginario addirittura in senso opposto. E’ il glam, come abbiamo già visto, e questo è il secondo album dei Roxy Music: il primo era arrivato nella Top Ten inglese e quindi si potevano fare le cose in studio con più calma e accuratezza. Piuttosto evidenti sono le tensioni fra Ferry, che voleva restare sul pop rock, ed il geniale tastierista Brian Eno, più portato a fare della musica di avanguardia. Non a caso quest’ultimo lascerà il gruppo dopo questo album per dedicarsi a progetti più innovativi, mentre vedremo che i Roxy vireranno verso un rock più canonico. Un peccato perché cose come Bogus Man o In every dream home restano come testimonianza di una notevole creatività, ed erano certamente anticipatrici della new wave anni ’80.
Curiosità: in anni di Photoshop e immagini digitali sembra impossibile che quella al guinzaglio di Amanda Lear sia una pantera in carne e ossa: ma è così! Ovviamente era talmente sedata che non poteva avere quell’espressione feroce, che le fu aggiunta in post-produzione.
La rubrica 50 anni fa la musica
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