Chiuse le indagini sulla morte di Mouhamadou Niang a Castellanza, ipotesi omicidio colposo
La Procura intende chiedere il processo per due delle tre aziende a cui faceva capo la vasca di depurazione nella quale annegò il ragazzo nel tentativo di recuperare un pallone

Il pm Carlo Alberto Lafiandra ha notificato l’avviso di chiusura indagini nei confronti di due delle tre aziende a cui faceva capo la vasca di depurazione e nella quale, a ottobre del 2021, cadde perdendo la vita un ragazzino di 14 anni (Mouhamadou Niang) che stava giocando a pallone con alcuni amici nel cortile del complesso industriale.
Secondo quanto è stato ricostruito dai Carabinieri di Castellanza che hanno indagato sull’accaduto, il ragazzino si trovava all’interno di un’area industriale in via Isonzo perché insieme ai familiari era andato a trovare i custodi di una delle società che condividono l’area. Il ragazzo venne risucchiato dalle acque nel tentativo di recuperare il pallone che era finito nella vasca e morì per annegamento, come stabilito dall’autopsia.
Gli interessi della famiglia della giovanissima vittima sono tutelati dall’avvocato Massimiliano Canavesi del foro di Milano. Delle tre aziende una risultava essere un fallimento gestito da un curatore, e per questo la posizione è stata stralciata dal fascicolo, mentre le altre due potrebbero essere ritenute imputabili di omicidio colposo. Le loro difese sono state affidate agli avvocati Christian Bossi e Luca Abbiati che ora avranno 20 giorni di tempo per chiedere di essere ascoltate o per depositare una memoria difensiva.
La vicenda scosse la comunità castellanzese perchè Mouhamadou era ben inserito nel contesto sociale e frequentava l’istituto comprensivo Manzoni che, attraverso il comitato genitori, organizzò anche una raccolta fondi per la famiglia.
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