Dopo duecento anni scompare l’ultimo tratto alberato della strada del Sempione
La sezione tra Gallarate e Casorate era l'ultima di una certa lunghezza: la nuova ferrovia cancella un elemento che un tempo era parte fondamentale del paesaggio, divisione tra città e campagna, corridoio che accompagnava il viaggio

Cadono gli alberi sul Sempione tra Gallarate e Casorate. E a duecento e più anni dalla nascita, scompare l’ultimo tratto alberato della strada di collegamento tra Milano e la Svizzera occidentale.
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Un tempo il doppio filare di alberi accompagnava la strada per decine di chilometri, dall’Arco della Pace a Milano fino all’Ossola, lungo quella via di collegamento che Napoleone Bonaparte volle realizzare per connettere la Francia con la neonata Repubblica Cisalpina, poi Regno d’Italia.
Nel tempo, un chilometro dopo l’altro, gli alberi sono scomparsi quasi ovunque.
Quest’ultimo tratto scompare perché in zona viene realizzata la ferrovia Gallarate-Malpensa, il secondo accesso ferroviario all’aeroporto intercontinentale: il tratto di due chilometri alberato andrà perso, con il trasferimento su una nuova sede (qualche metro più a Sud) e con una sezione a sottopassare i nuovi binari.
La nuova linea prevede un ramo di collagemento verso Gallarate e uno invece diretto a Nord, verso Domodossola e la Svizzera: sul primo passeranno i treni Malpensa Express da Milano all’aeroporto, mentre non è ancora definito quale traffico toccherà il ramo verso Nord. Il progetto prevede rimboschimenti con il Parco del Ticino, ma difficilmente si ricostruirà quell’elemento di paesaggio che era costituito dal viale alberato (il tratto in questione risale al Novecento, nuova sede rispetto a quella ottocentesca dal lato opposto della ferrovia).

Come detto, i tratti alberati rimasti sono oggi pochissimi, per lo più brevi, ad esempio oltre Gravellona Toce o – per cinquecento metri – tra Casorate e Somma Lombardo.
Sono scomparsi pressoché completamente gli alberi nell’area dell’Alto Milanese, che un tempo accompagnavano la Statale tra abitati ben distinti: il disordinato sviluppo urbanistico tra Milano e il Lago Maggiore – senza programmazione – ha sacrificato un pezzo di paesaggio, creando una distesa continua in cui mancano elementi che marcano il passaggio da un abitato all’altro (e anche i tratti alberati della Statale, un tempo lo erano: uno dei segni che tracciavano una linea tra città e campagna).

Una visione limitata di quel paesaggio si può avere da vecchie fotografie e stampe, ma uno sguardo d’insieme si può cogliere anche osservando le fotografie aeree del 1951-1954, realizzate dopo la Seconda Guerra Mondiale per mappare l’intera Italia. Una visione dall’alto che mostra ancora i filari che fiancheggiano il cimitero Maggiore di Milano mentre si va verso Rho, in cui gli alberi accompagnano il viaggiatore tra Busto e le porte di Gallarate. Un paesaggio cancellato per sempre.
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