Il monumentale live degli Yes

La grandeur del prog imponeva supporti adeguati

50 anni fa la musica

Col terzo, quarto e quinto album gli Yes erano diventati delle superstar mondiali, e avevamo già detto che i loro concerti erano lunghi ed entusiasmanti: quale miglior momento per un album dal vivo? E ci stava addirittura triplo con sontuosa copertina, come è in effetti questo Yessongs, registrato da febbraio a dicembre 1972 quando i nostri fecero due tournée: quella di Fragile e quella di Close to the edge. Ricorderete forse che dopo la registrazione del secondo, il batterista Bill Bruford se ne andò, ed infatti in Yessongs suona solo in tre pezzi, mentre negli altri c’è Alan White, che era stato il batterista della Plastic Ono Band di Lennon e che resterà con gli Yes per quasi 50 anni. Il repertorio è quello degli ultimi tre album, con l’aggiunta di un estratto dalle sei mogli di Enrico VIII di Rick Wakeman, disco solista che aveva pubblicato a gennaio ’73, e che quindi nei concerti qui presentati era visto come un assolo del tastierista. Il gruppo è in grande forma e suona alla perfezione – qualcuno la ritenne addirittura eccessiva – mentre fu criticata la qualità sonora delle registrazioni, che lo stesso produttore Eddy Offord definì insoddisfacente. Poco male: grandi vendite e disco simbolo (insieme a quello degli ELP) della grandeur live di certo prog.

Curiosità: nel 2013 Roger Dean, il geniale illustratore delle copertine degli Yes e di tante altre, citò in giudizio il regista James Cameron sostenendo che alcune parti di Avatar erano prese senza permesso dalla copertina di Yessongs. Visto che il film aveva fatto incassi stratosferici chiese un rimborso di 50 milioni di dollari, ma il giudice respinse la richiesta dicendo che non ve ne erano i presupposti.

La Rubrica 50 anni fa la musica 

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Pubblicato il 11 Maggio 2023
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