Il Parco della Valgrande: “Ecco perchè non possiamo accogliere l’orsa JJ4”

Il Parco della Valgrande spiega i motivi per cui il futuro dell'orsa JJ4 non potrà essere ospitata in questa area verde: "Siamo di fronte ad una situazione decisamente complessa che va al di là dell’amore e del rispetto del singolo animale"

Generico 07 Nov 2022

Il futuro dell’orsa JJ4 continua a far discutere. Nelle scorse settimane si sono moltiplicate le richieste per chiedere ad altri parchi di accogliere l’animale che ha ucciso il giovane runner Andrea Papi in Trentino, molte delle quali indirizzate verso la Valgrande, l’area wilderness più grande delle Alpi. Proprio per questo nelle scorse ore l’Ente Parco ha diffuso una nota per spiegare perchè il futuro di JJ4 non può essere sulla sponda piemontese del Lago Maggiore. Ecco il documento integrale

In seguito ai fatti accaduti in Trentino abbiamo ricevuto migliaia di messaggi con la richiesta di adozione e salvataggio dell’orsa JJ4 e di altri orsi “problematici”. Precisiamo che fin da subito abbiamo comunque risposto (in merito ad altro orso ma i motivi sottesi sono gli stessi), al Presidente dell’Associazione Rispetto per Tutti gli Animali APS inviando e-mail allo stesso indirizzo da cui era pervenuta la richiesta.

Con i nostri canali istituzionali rispondiamo quindi ai tanti appelli che ci hanno raggiunto relativi alla richiesta di accogliere nel nostro parco alcuni esemplari di orso. Siamo di fronte ad una situazione decisamente complessa che va al di là dell’amore e del rispetto del singolo animale che, come ogni essere, ha diritto di godere della sua vita, pur coi limiti dettati dalla incolumità della specie umana (beninteso, laddove la specie umana sia rispettosa anch’essa delle minime regole di corretta condotta per rapportarsi con le diverse specie) e dalla preservazione dell’ecosistema.

Nel caso della specie in questione, occorre evidenziare come l’orso in Val Grande non sia stanziale. Alcuni avvistamenti e segni di passaggio occasionali non confermano la presenza stabile della specie e pertanto l’immissione di un esemplare di questa specie allo stato attuale potrebbe configurarsi come una introduzione, vietata dalla legge dei parchi.

Se anche potesse configurarsi come reintroduzione questa segue protocolli e iter molto complessi con parere ISPRA. Anche il progetto Life Ursus che ha portato i primi 10 orsi dalla Slovenia nel Trentino dove erano sopravvissuti pochi esemplari ormai sull’orlo dell’estinzione (https://grandicarnivori.provincia.tn.it/L-orso/Storia-sull-arco-alpino/Il-Progetto-di-reintroduzione-Life-Ursus) seguì queste procedure.

Le reintroduzioni vengono infatti realizzate solo dopo aver accertato la reale presenza storica della specie e soprattutto dopo aver verificato la vocazionalità dell’area e la superficie minima vitale per la specie. Allo studio di fattibilità attuato in Trentino gli esperti dedicarono quasi 5 anni. Gli orsi hanno territori vastissimi e la Val Grande da sola è insufficiente a garantire una popolazione vitale di orso, fossero anche due soli individui. Questo implica la sottoscrizione di accordi con altri enti territorialmente competenti (regioni, province e altri enti parco).

Le aree protette naturali non sono luoghi recintati ed è quindi impossibile escludere che da lì l’orso potrebbe andarsene frequentando territori vicini, sicuramente non vocati e ricchi di infrastrutture pericolose per lui (strade e ferrovie) e soprattutto densamente popolati. Pur capendo il punto di vista degli ambientalisti e animalisti un destino di questi orsi, cosiddetti “problematici”, è quello delle aree faunistiche attrezzate, quindi la cattività o semi-cattività.

Nostro compito istituzionale è quello di monitorare gli spostamenti naturali di questi predatori, concorrere con gli altri soggetti coinvolti a promuovere soluzioni finalizzate alla coesistenza delle specie in questione con le attività dell’uomo e promuovere iniziative di corretta informazione e sensibilizzazione. Da tempo abbiamo infatti attivato un tavolo di concertazione dedicato al tema dei grandi predatori.

Per queste ragioni, anche gli organi dell’Ente – Comunità del Parco (ovvero i sindaci dei 13 Comuni del Parco) e Consiglio Direttivo – che sono propositivi, consultivi e di indirizzo hanno condiviso come non sia possibile accogliere la richiesta di “adozione” di orsi, azione non prevista dagli strumenti normativi e di pianificazione attualmente in vigore.

Il Presidente del Parco Luigi Spadone dichiara: «Vigileremo come abbiamo fatto fino ad oggi al fine di tutelare il più possibile M29, l’orso giunto in Val Grande da qualche anno (anche se, come detto, di tanto in tanto sparisce e poi ritorna) invitando turisti e curiosi a non cercarne le tracce e a lasciarlo in pace come abbiamo più volte scritto e ribadito non solo personalmente ma anche attraverso i media.»

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Maggio 2023
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Commenti

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  1. Avatar
    Scritto da Edmond-Dantes

    Per essere stato in nord America, dove gli spazi certamente non mancano, un orso che ha ucciso un essere umano deve essere abbattuto, punto!

    https://www.nationalgeographic.com/animals/article/150820-grizzly-yellowstone-maul-wenk-blaze

    KaBar

  2. elenera
    Scritto da elenera

    Io penso che le persone più di tutti autorizzate ad avere l’ultima parola nel caso JJ4 siano i genitori del povero ragazzo. I quali, evidentemente molto più lucidi e assennati di tanti altri pur nel momento del lutto più grave, hanno chiesto che l’orsa (peraltro con cuccioli al seguito…) venga lasciata in pace.
    Non credo sia pertinente citare l’approccio di Paesi come gli USA, che culturalmente non sono paragonabili a noialtri nemmeno nel trattamento degli essere umani, figurarsi degli animali…

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