La bella cassiera aggredita dalla cliente gelosa: condannata a Varese
Le accuse di lesioni e minacce finite dinanzi al giudice di Pace sono valse una ammenda di 1000 euro e una provvisionale da quantificare in sede civile per altri 1000

Forse uno sguardo di troppo rivolto dal marito che al momento di pagare stava dietro le sue spalle, verso la bella cassiera. O forse solo il tarlo della gelosia colto con la coda dell’occhio, e i neuroni che di conseguenza lasciano il posto al terreno dell’atavica necessità di rivendicare una sorta di “proprietà“ nei riguardi del compagno: «È solo mio».
Parole non dette, naturalmente, ma probabilmente pensate da una donna che ai tempi dei fatti aveva 44 anni e oggi, 5 anni dopo, è stata condannata per lesioni personali e minacce: secondo l’accusa, ha colpito la cassiera di un supermercato, causandole ferite guaribili in 5 giorni. I fatti si consumano nel novembre del 2018 a Cocquio Trevisago appunto alla cassa di un supermercato.
L’imputata, una donna di origini sudamericane nota la cassiera, più giovane e di bell’aspetto. Nota forse anche dell’altro, un’occhiata del marito. E al momento di pagare la cliente comincia a questionare. Il clima si fa incandescente fra le due donne, con gratta e vinci e lamette da barba a fare da testimoni, oltre agli occhi elettronici delle telecamere sparse un po’ in ogni centimetro delle superfici commerciali di grande distribuzione.
Così dalle parole si passa ai fatti, secondo la ricostruzione offerta dal difensore della donna colpita, l’avvocato Rosario Musolino che ha assistito la cliente nelle fasi della denuncia e del processo, la cliente ad un certo punto avrebbe chiesto alla cassiera di controllare uno scontrino, facendo così abbassare la testa della donna e approfittando della posizione del capo per prenderla con una mano dalla nuca e spingerla con la faccia contro il monitor della cassa producendole lesioni, cui segue una promessa: «La cosa non finisce qui, ti aspetto fuori quando esci». Scatta così la denuncia finita di fronte al Giudice di pace Fabio Del Re che ha pronunciato la sentenza di condanna: ammenda di 1000 euro e altri 1000 di “provvisionale“ attendendo una ulteriore quantificazione in sede civile.
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