Dal luogo al traffico, anche in Regione ci sono dubbi sul progetto dell’ospedale unico
Il parere della Direzione Territorio, autorità competente che deve valutare il progetto, tocca una serie di punti critici. Il documento scovato dalla minoranza gallaratese, che oggi dice: "L'accordo di programma rischia di essere carta straccia"

Sull’ospedale unico Gallarate-Busto emergono una serie di dubbi anche in Regione, su parcheggi, accesso stradale al nuovo polo, sostenibilità ambientale.
Perché in Regione? Perché le osservazioni che fanno emergere criticità sono contenute nel Decreto Dirigenziale della Direzione Generale Territorio e Protezione Civile, la “Autorità competente” per la Valutazione Ambientale Strategica.
Che arriva a dire che non sono state esaminate tutte le alternative possibili.
Ma andiamo con ordine.
Cosa significa Autorità competente?
Sul progetto dell’ospedale Regione Lombardia è contemporaneamente da un lato l’Autorità Proponente, che propone appunto l’intervento. Ma contemporaneamente è anche l’ente che ha la competenza sulla Valutazione d’Impatto Ambientale: ecco perché la Direzione Territorio è anche “Autorità competente” a esaminare il progetto e l’impatto che avrà nell’area tra Gallarate e Busto.
Il decreto che contiene dubbi è stato scovato dal Partito Democratico di Gallarate e dalla civica Città è Vita partendo dalla delibera sull’Accordo di Programma, che rimandava appunto al decreto della Direzione Territorio, datato 8 maggio scorso, alla vigilia (peraltro) della fase di dibattito più intenso sul futuro dell’ospedale, dei timori di chiusura della cardiologia, della manifestazione pubblica.
«Il decreto dell’8 maggio dava parere favorevole con prescrizione» spiega Giovanni Pignataro, consigliere Pd ed ex assessore al territorio a Gallarate.
«Quali sono le prescrizioni della Autorità competente? È strano che in nessuna dichiarazione a stampa nessuno – sindaci, assessore, presidente di Regione – parlasse di questo documento».

I punti critici secondo la Direzione Territorio di Regione Lombardia
I punti critici, secondo gli uffici della Regione, sono più d’uno. A partire dal fatto che “la Vas omette di valutare compiutamente gli scenari 0 e B1”, vale a dire il mantenimento della situazione attuale o l’alternativa dell’ampliamento dentro al sedime dell’attuale ospedale di Busto.
Secondo punto, il traffico e l’accesso al nuovo polo. «Sul traffico erano citati due scenari: quello prudenziale che prevedeva l’accesso solo in auto privata, quello tendenziale che ipotizzava un 40% degli utenti che accedeva con Trasporto Pubblico Locale e mobilità leggera, in bici, a piedi, in monopattino» continua Pignataro. «Il dirigente regionale dice che serve uno scenario “realistico”, con studio del traffico fatto con scuole aperte».
Terzo elemento: le compensazioni ambientali. «Su cui la delibera dirigenziale è piuttosto severa, dicendo che sono insufficienti, non considerando in particolare la impermeabilizzazioni del suolo».
«Quarto punto, che è più di interesse bustocco: la tutela dei resti di Cascina dei Poveri, con la richiesta di non realizzare i parcheggi là dove SNAM ha fatto piantumazioni a compensazione del metanodotto (che è quello che impedisce parcheggio sotterraneo)».
Il punto 4 è in parte legato anche al tema mobilità: «La delibera auspica e impone nel limite del possibile parcheggi interrati e non in superficie».

Ma cosa significano le prescrizioni?
«Il documento dice al proponente: stai attento, se si fa un accordo di programma su un progetto e poi lo modifichi, poi devi fare una nuova Vas»
Sui punti sollevati, la Direzione Territorio chiede di intervenire, ad esempio predisponendo un più completo studio del traffico. Il punto è che al 15 ottobre è già annunciata la firma del nuovo Accordo di Programma, come ufficializzato in estate: «Il 15 ottobreio sono certo che sarà firmato un Accordo di Programma» conclude Pignataro. «Lo si farà per motivi politici, su un documento che mancherà di presupposti tecnici minimi per renderlo realistico. Si faranno foto sui giornali, si andrà in consiglio comunale, ma quella firma sarà carta straccia». Secca anche la previsione di Cesare Coppe (Città è Vita) «i 90 mesi indicati nel cronoprogramma non potranno essere rispettati».
La richiesta: chiarire i termini della questione
«Vogliamo chiarezza sui documenti e invitiamo il sindaco Andrea Cassani a convocare con urgenza una Commissione Sanità, che non si riunisce da febbraio scorso» dice Margherita Silvestrini. «Ma diciamo basta con la narrazione fantasmagorica. Se invece parliamo di realtà il Pd è pronto a sedersi al tavolo, partendo ad esempio dalle possibili alternative», aggiunge ancora Pignataro.
«Fino ad oggi quando si parlava delle fragilità, l’unica risposta prospettata era l’ospedale unico. Ma ammesso che sia valida, non è certo vicina, oggi è più chiaro» conclude Carmelo Lauricella.
Il primo punto che le opposizioni chiedono è conoscere «le controdeduzioni alle osservazioni, che sono state chieste in Regione dal consigliere Astuti». La risposta di Regione alle osservazioni (29 in tutto, presentate dalle opposizioni di Gallarate, da comitati, associazioni, privati, dagli stessi Comuni) non è infatti mai stata resa pubblica, «non c’è neppure ad oggi sul portale Sivas».
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