Galimberti: “Sulla gestione dei migranti serve un armistizio politico, l’emergenza dimostra che gli slogan non bastano”
Proprio in questi giorni con una serie di incontri in prefettura è stato presentato il quadro della situazione ai sindaci e alle associazioni di categoria chiamate, ognuno per la sua parte, a portare il proprio contributo
Il flusso di migranti continua a crescere con numeri che si avvicinano alle crisi dei recenti anni passati. Come abbiamo visto la ripartizione degli arrivi su scala nazionale arriva a coinvolgere direttamente le comunità locali secondo un coordinamento che è in mano alle prefetture e che ogni giorno si trova a dover trovare nuove soluzioni di accoglienza di concerto con le amministrazioni locali e gli operatori del terzo settore.
Proprio in questi giorni con una serie di incontri in prefettura è stato presentato il quadro della situazione ai sindaci e alle associazioni di categoria chiamate, ognuno per la sua parte, a portare il proprio contributo.
Un lavoro che si sta facendo in un clima politico molto diverso dal passato e quasi in sordina. Un silenzio che il sindaco di Varese Davide Galimberti ha deciso di squarciare chiedendo un “armistizio politico” e un “patto” che porti ad affrontare il problema in un clima diverso dal passato.
«Sul tema dei flussi migratori serve un armistizio politico – spiega il primo cittadino di Varese, coinvolto in questi giorni come tanti sui colleghi nella pianificazione dell’accoglienza -. La prima cosa quindi da eliminare è la contrapposizione continua, sfruttando l’immigrazione come un tema per raccogliere consensi. Dobbiamo aprire una fase in cui si metta da parte l’uso degli slogan che la destra ha fatto in tutte le campagne elettorali, o quando era all’opposizione, per mettere in campo politiche in grado di gestire concretamente la situazione di emergenza che stiamo vivendo».
«L’azione di Governo di questi mesi sta mostrando tutte le difficoltà di chi pensava di poter affrontare questi temi con le stesse ricette proposte nelle campagne elettorali – riflette Galimberti -. Invece, la gestione dei flussi migratori è un tema complesso che va affrontato in modo serio e concreto, senza i facili slogan sui porti chiusi, sulle paure delle persone che si sono infranti contro la dura verità dei dati, numeri che indicano per l’estate 2023 un numero di sbarchi superiore agli anni precedenti, con un raddoppio degli arrivi e un dato peggiore di sempre».
Il sindaco punta il dito contro le modalità che negli anni passati hanno caratterizzato la gestione politica dell’emergenza: «La demagogia e il populismo con cui la Destra ha sempre gestito il problema la porta oggi ad essere impreparata e a non avere un progetto per ridurre l’impatto del fenomeno sui territori. Finendo poi per delegare solo alle amministrazioni locali e alle prefetture la gestione dell’accoglienza dei migranti. I Comuni e il Terzo settore così si trovano ad affrontare una accoglienza in emergenza, che non può essere la risposta a questa situazione. La destra deve superare il metodo inefficace con cui fino ad oggi ha affrontato il tema dell’immigrazione e smettere di trattarlo a suon di slogan. Paradossalmente, con il Governo attuale che quando era all’opposizione gridava “porti chiusi”, la situazione è solo peggiorata, sia nei numeri di arrivi sia nelle politiche di accoglienza».
«Dunque, senza una condivisione estesa di tutte le forze politiche sul tema dell’immigrazione, rischiamo solo di creare situazioni di emergenza e disagio nei territori. Questo perché l’assenza di un’adeguata gestione rischia di generare grandi criticità in tutte le città del Paese, anche in quei Comuni della nostra provincia che fino ad oggi non avevano avuto grandi problemi».
L’armistizio politico necessario
«Penso che l’unico modo per ridurre l’impatto e le ripercussioni sociali sia dunque un vero armistizio politico tra tutte le forze politiche – conclude il sindaco -: sgombriamo il campo dalle facili demagogie, dagli slogan smentiti dalla realtà e costruiamo insieme un vero progetto concreto. Un’azione politica dunque che preveda un’accoglienza diffusa in tutta la Provincia senza che ci siano concentrazioni solo in alcuni Comuni ma puntando su una politica che vada oltre l’emergenza. Quindi anche puntando sulla formazione e sull’inserimento lavorativo ad esempio nelle aziende del territorio attraverso percorsi di inserimento. Insomma, è ora di lavorare insieme per gestire realmente una situazione che sta diventando sempre più critica e rischia di ricadere tutta sui Comuni e sulle comunità locali”.
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Perchè gli sbarchi sono aumentati in modo così significativo nel 2023?
– Mare eccezionalmente calmo e privo di eventi atmosferici rilevanti per i primi 6 mesi che ha contribuito a far partire anche barchini di piccole dimensioni.
– Il pugno duro dell’Algeria. Considerata normale paese di transito da qualche tempo il governo algerino sta adottando il pugno duro respingendo tutti i migranti e deportandoli anche verso i territori confinanti abbandonandoli con camion anche nel deserto. Questo insieme a destabilizzazioni con le tribu locali fa si che i viaggi da quel paese (e limitrofi) siano notevolmente aumentati.
Certamente non è colpa della destra ma ovviamente a certa sinistra fa sempre piacere ribardirlo soprattutto dopo decenni di slogan “nessuno è straniero”. Ma non vi sentivate realizzati con l’accoglienza indiscriminata ?