Si “arrende” dopo 11 ore la donna chiusa in auto alla dogana di Lavena Ponte Tresa
Alle 19 si è risolto il caso della donna che da questa mattina alle 8 era chiusa in auto rifiutandosi di mostrare i documenti. Sul posto forze dell'ordine, soccorritori e il vicesindaco Valentina Boniotto
E’ stata tirata fuori dalla macchina attorno alle 19 la donna che dalle 8 di questa mattina si era chiusa in auto alla dogana di Lavena Ponte Tresa.
Dopo una lunghissima e snervante giornata, è stato decisivo l’intervento della Guardia di finanza che, dopo l’ok del magistrato di turno, ha estratto a forza dall’auto la donna e la nipote che nel frattempo di era aggregata alla “protesta” della signora, la quale in mattinata si era rifiutata di mostrare i documenti di identità alla dogana, sostenendo di non riconoscere l’autorità dello Stato italiano.
Un vero e proprio psicodramma, che per tutta la giornata ha tenuto impegnate forze dell’ordine, soccorritori e il vicesindaco Valentina Boniotto.
«Per tutto il giorno abbiamo cercato di convincerla, ma non c’è stato niente da fare fino alle 19 di questa sera – spiega il vicesindaco di Lavena Ponte Tresa Valentina Boniotto – I medici a cui ci siamo rivolti non hanno ravvisato gli estremi per un Trattamento sanitario obbligatorio, e dunque è stato chiesto l’intervento del magistrato, unico a poter autorizzare un intervento per far uscire la signora dall’auto. E’ stata una giornata snervante, per i Vigili del fuoco, per la nostra Polizia locale e i soccorritori che sono rimasti ininterrottamente sul posto, ma anche per gli operatori della Guardia di finanza che hanno dovuto gestire una situazione molto particolare».
Una situazione davvero assurda: la donna, che da questa mattina era al telefono con qualcuno e che non è uscita dalla macchina nemmeno per mangiare o andare in bagno, è rimasta ferma sulle sue posizioni, impegnando una ventina di persone e di fatto interferendo con l’attività delle autorità doganali. Una prova di forza interrotta alle 19 dall’intervento delle Fiamme gialle e che ora potrebbe costarle una denuncia per resistenza a pubblico ufficiale.
“Non scendo“: si barrica nell’auto per ore in dogana a Lavena Ponte Tresa
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Lo stesso stato (non il governo Meloni) che la “signora” non riconosce le ha dato il diritto pero’ di tenere impegnati decine di uomini, ostacolare il traffico per 11 ore per non “ledere” la sua liberta’. In Usa con i poliziotti americani non sarebbe successo! Altresi’, dopo qualche ora era meglio intervenire, 11 ore mi sembrano troppe per un intervento del magistrato !
Qualcuno mi spiega il perché di quello spiegamento di forze?
La signora è italiana, giusto? Ed era ancora in territorio italiano, giusto?
Non vuole mostrare i documenti? I doganieri svizzeri non la fanno entrare.
Lei faccia quello che vuole…
Che bisogno c’era di schierare polizia, GdF e pompieri attorno alla sua auto?
Quando si fosse stufata se ne sarebbe tornata a casa sua! O no?
Lo Stato (non il governo Meloni) che la signora non riconosce le ha permesso per 11 ore di impegnare forze dell’0rdine e ostacolare il traffico delle auto per non ledere la sua “liberta’”. Fosse successo in USA i poliziotti avrebbero agito con metodi piu’ spicci e letali. Mi sembrano altresi’ troppe 11 ore per far finalmente intervenire un magistrato!
Complottisti, no-vax ed ora ci sorbiamo pure i liberi dittatori dello Stato autocratico personale. Confermo che non è da TSO è da internamento diretto in manicomio. Negli Stati Uniti si sarebbe risolto in 20 minuti massimo. E la signora sarebbe uscita dall’auto giù ammanettata.