I giovani luinesi rinnovano l’impegno nella cura delle pietre d’inciampo posate due anni fa

Questa mattina la cerimonia che ha visto i ragazzi di 5U e 5SIA passare il "testimone" a quelli di 4U e 3AFM-SIA. La vicesindaca: "Perchè questa memoria venga tramandata, di classe e di anno in anno"

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Sono trascorsi molti anni da quando Aurelio Moro, Guglielmo Satriani, Bruno Balzarini, Orlando Vischi e Vittorio Lupano furono portati via dalle truppe nazifasciste durante il secondo conflitto mondiale, senza mai più fare ritorno a casa. Questi giovani uomini sfidarono la dittatura, consapevoli che ciò avrebbe significato affrontare la morte e sofferenze atroci, ma scelsero comunque di farlo. Un sacrificio che non può essere dimenticato, per cui il 25 aprile del 2022, di fronte alle loro case a Luino – ultimo luogo familiare e felice che questi uomini conobbero – sono state collocate cinque pietre d’inciampo, successivamente adottate dai giovani e dai bambini degli istituti scolastici locali.

Due anni dopo, nel 2024, in occasione del Giorno della Memoria, l’impegno per la cura di queste pietre è stato rinnovato. Il passaggio del “testimone” è avvenuto dalla 5U e 5SIA, rispettivamente del Liceo Sereni di Luino e dell’Isis Carlo Volontè, alla 4U e 3AFM-SIA perchè «queste nuove generazioni possano portare e tramandare la memoria di questi cinque uomini morti per la nostra libertà, la cui storia non possiamo permetterci di dimenticare» ha detto la vicesindaca Antonella Sonnessa, presente alla cerimonia insieme al sindaco di Brezzo di Bedero Daniele Boldrini e a una rappresentanza dell’Anpi Luino, tra cui il presidente Emilio Rossi.

La cerimonia di passaggio ha avuto inizio in Piazza San Francesco, attraversando le vie di Luino dove sono state collocate le pietre d’inciampo. Il percorso ha toccato Via S. Pietro, Via V. Veneto e Viale Amendola, culminando nella piazzetta di Via XXV Aprile, costruendo un “sentiero” commemorativo arricchito dalla presenza della musica, curata dal professor Roberto Sala, e dalla lettura delle biografie dei cinque uomini.

Arrivati alla piazzetta, prima del passaggio di testimone tra i giovani, è intervenuta la storica Francesca Boldrini, autrice della meticolosa ricerca sulla vita di questi eroi. Rivolgendosi direttamente ai ragazzi, ha condiviso il frutto del suo impegno: «Grazie a una lunga e approfondita ricerca, ho costruito il mio personale archivio della memoria del San Martino. Questi uomini sono per me degli eroi, individui che hanno avuto il coraggio di sfidare la dittatura, consapevoli del destino infausto che li attendeva. Quando devo affrontare decisioni difficili, penso a loro, che non hanno esitato, che hanno affrontato le avversità con forza, rimanendo fedeli ai valori che io stessa abbraccio. La loro voce risuona nei ricordi delle loro famiglie, della comunità e ora anche nella nostra memoria. Voi ragazzi siete la voce della loro memoria. Vi invito a studiare, informarvi, documentarvi, pensare con la vostra testa, liberarvi da influenze esterne. Solo così potrete difendere la vostra libertà e quella degli altri».

Boldrini ha poi passato la parola ai giovani della 5U e 5SIA che ricordando il valore di queste pietre d’inciampo hanno invitato i compagni a «essere guardiani attivi della storia, imparare dagli errori del passato e diffondere la consapevolezza della necessità di costruire un futuro basato sulla comprensione, la tolleranza e la solidarietà. Questi cinque giovani – dicono ancora gli studenti, rivolgendosi ai loro compagni più piccoli che questo testimone hanno raccolto – sono morti per la nostra libertà, perdendo la loro. Hanno scelto di lottare contro un regime che li ha distrutti ma, se continueremo a coltivare la loro memoria li renderemo nuovamente liberi per sempre. Vi tramandiamo le loro storie e le loro vite, perchè voi possiate continuare a raccontarle. Ci siamo simbolicamente presi cura di queste cinque pietre che, come avete capito, non sono solo cinque pietre ma rappresentano cinque persone, cinque vite ingiustamente spezzate. Ora tocca a voi».

“Testimone raccolto”, i giovani della 4U e 3AFM-SIA hanno chiesto il supporto delle istituzioni, dei propri docenti, dell’Anpi e compagni «affinché il fiore della memoria cresca su un terreno saldo e condiviso, dove vi sia lo spazio per costruire insieme un cammino di pace. Così promettiamo di ricordare questi pensieri di vita e di pace, dando al ricordo il senso che gli è più proprio: ricordare, infatti, significa ricordare nel cuore. E noi promettiamo di portare questi pensieri nel cuore e di farne dono, l’anno prossimo, alla classe che, dopo di noi, si assumerà la responsabilità di non dimenticare questa storia».

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Pubblicato il 29 Gennaio 2024
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