Arriva a “Chi l’ha visto?“ il caso di Gianni Sala: viveva tra Germignaga e Luino
Sospese le due guardie giurate dopo la morte del ragazzo. Il fatto avvenuto in zona Rogoredo nell’estate scorsa. L’appello dei famigliari: “Se qualcuno ha visto o sa dettagli si metta in contatto con noi”

Senza fissa dimora, una vita in strada fra Germignaga e Luino nella zona della stazione dove passava le notti. Poi quella presenza, l’estate scorsa, a Rogoredo e forse il tentativo di ingresso dopo la mezzanotte fra il 19 e 20 agosto 2023 negli studi tv di Sky fermato da due guardie giurate.
Nel video trasmesso da Chi l’ha visto? si vedono i due uomini della sicurezza atterrare Gianni Sala, finito a terra dopo un placcaggio e un volo violento contro l’asfalto. Dopo i fatti il decesso. «Perché tanta violenza?», si chiedono i famigliari del ragazzo che ora chiedono la verità sulla morte, e domandano ad eventuali testimoni di mettersi in contatto con le autorità per fornire particolari importanti per le indagini in corso.
Nel frattempo risultano sospese le due guardie giurate riprese nel video, indagate per omicidio colposo, due vigilantes di 46 e 64 anni. I familiari nell’ultima puntata della famosa trasmissione che si occupa di cronaca nera su Rai Tre chiedono: «Se qualcuno ha informazioni utili si metta in contatto».
Le prime indiscrezioni sull’esito dell’autopsia sul corpo di Sala avrebbero evidenziato una morte per arresto cardiaco e sul corpo non vi sarebbero segni di traumi a livello toracico, ma segni di cadute pregresse rispetto al momento in cui il 34 enne è stato fermato dalle guardie giurate in servizio alla sede di Sky. Secondo il legale dell’uomo, tuttavia, sul corpo del ragazzo sarebbero stati riscontrati ematomi nella zona del viso e del collo che evidenzierebbero un’attività meccanica pressoria.
«I video sono piuttosto eloquenti», spiega l’avvocato palermitano della famiglia della vittima, Giuseppe Geraci. «Conoscevo Gianni (originario di Palermo ndr). Era un ragazzo molto tranquillo, direi innocuo. Aveva anche una fidanzata conosciuta proprio in provincia di Varese. Il suo problema era la cocaina, che si iniettava».
I risultati dell’autopsia sono attesi per la fine del mese di febbraio, come conferma il legale della famiglia.
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