Febbraio, mese per la vita: “Un bacio per sempre dalla mamma”
Una riflessione sul ruolo delle Culle per la vita a cura di Giulia Martinelli - Cav di Malnate - in occasione di questo mese per la vita 2024
«Nata stamattina, 3 maggio 2023, a casa. Solo io e lei come in questi nove mesi. Non posso, ma le auguro tutto il bene e la felicità del mondo. Un bacio per sempre dalla mamma. Vi affido un pezzo importante della mia vita che sicuramente non dimenticherò mai».
Con le semplici e toccanti parole di questa lettera una mamma ha lasciato la sua piccola, partorita da poche ore, nella Culla per la Vita di Bergamo. Il campanello ha suonato verso le 17.
La bimba ha potuto godere delle coccole per qualche ora tra le braccia della sua mamma. Era pulita, ordinata, nella sua tutina col golfino rosa. Quanto è stata amata! Di un amore tanto grande da scegliere la vita invece dell’interruzione di gravidanza. Vita che è dono donato, vita pulsante ancora prima di manifestarsi apertamente. Ecco, sono tante le domande che si affollano tra cuore e razionalità. Ci chiediamo quali pensieri e quali dubbi abbiano attraversato la mente e il cuore della donna che ha tanto amato per nove mesi la sua creatura portandola nel grembo in solitudine. Quanto difficile sarà stata per lei la decisione da prendere e chissà quale il motivo. Uno oppure tanti motivi, li possiamo solo immaginare. Ciò che sembra certo è che le donne che compiono questo gesto arrivano da una situazione di solitudine estrema e non lo fanno mai a cuor leggero. Lo fanno certamente con tanto coraggio. Prima di tutto il coraggio di scegliere la vita, portando avanti la gravidanza. Poi il coraggio di fidarsi della vita, affidando ad altri genitori la loro creatura.
Un abbandono che diventa dono per quei genitori adottivi i quali hanno nel loro dna famigliare l’impulso generativo all’accoglienza. La decisione d’amare una creatura d’altri è anch’essa un atto di coraggio. La forza di quest’atto sta tutta nella bellezza di un cerchio che si chiude consentendo all’umanità di salvarsi, di riscoprire l’armonia originaria del Creatore il quale vedeva in ciò che stava facendo, di giorno in giorno, una “cosa molto buona” (Gen 1,31).
Diventa quindi di fondamentale importanza portare a conoscenza di un numero sempre maggiore di persone le modalità con le quali si può continuare a donare amore ad un bambino che si è impossibilitati a tenere.
Ci sono due strade.
Una è quella scelta dalla mamma di Bergamo e cioè usufruire della Culla per la Vita. In molti paesi e città italiane ci sono infatti delle culle speciali, accoglienti e sicure, dove è possibile lasciare il bambino partorito e in completo anonimato. L’elenco delle culle si può consultare a questo link https://www.culleperlavita.it/dove-sono/
L’altra opportunità è recarsi in ospedale per partorire gratuitamente e in modo anonimo. Vale sia per le mamme italiane che per le straniere ed è consentito non riconoscere il bambino per permettergli di essere accolto da una famiglia in adozione.
Infatti, in entrambi i casi il bambino sarà accolto, affidato ai sanitari per le prime cure e poi dato in adozione ad una famiglia. Spesso partono anche delle gare di solidarietà per raccogliere donazioni a favore di questi bimbi che necessitano di tutto.
Per noi spettatori, uditori di tali notizie, è giunto il momento di non scandalizzarci più, di non puntare più il dito bensì di imparare a guardare con occhi nuovi questi temi tanto delicati per scoprirli intrisi d’amore. Sappiamo che l’amore nulla lascia incompiuto. E’ quell’amore chiamato carità (cioè quello che unisce gli uomini con Dio, e tra loro attraverso Dio) di cui ci racconta San Paolo nella Prima Lettera ai Corinzi: “La carità è paziente, è benigna la carità; non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine”.
Con la logica della carità e della cura quel “bacio per sempre dalla mamma” potrà essere il primo di tanti baci che sapranno farsi strada fino alla riconciliazione, per ciascuno, con le proprie radici, con i propri gesti d’amore.
Giulia Martinelli
Centro di aiuto alla vita di Malnate
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