“Il presidio anti-fascista a Varese è una provocazione demagogica”
Pellicini aveva chiesto al primo cittadino di rinviare l’iniziativa anti-fascista “per non sovrapporsi al Giorno del ricordo”, una richiesta rispedita al mittente a stretto giro di posta. Ma il deputato di Fratelli d’Italia non ci sta e ribatte

Non si ferma il botta e risposta tra il deputato FdI Andrea Pellicini e il sindaco di Varese Galimberti. Al centro la querelle che riguarda la manifestazione dell’estrema destra in ricordo delle vittime delle foibe a Varese e la decisione del Comune di organizzare in contemporanea un presidio anti-fascista.
Pellicini aveva chiesto al primo cittadino di rinviare l’iniziativa anti-fascista “per non sovrapporsi al Giorno del ricordo”, una richiesta rispedita al mittente a stretto giro di posta. Ma il deputato di Fratelli d’Italia non ci sta e ribatte con una nuova comunicazione stampa:
“Il sindaco Galimberti, nella sua risposta, riesce a mettere sullo stesso piano il Comune di Varese e l’associazione Do.Ra. – dice Pellicini –, con la differenza che quest’ultima organizza una manifestazione in ricordo delle Vittime delle Foibe, in aderenza all’obiettivo e al sentimento della giornata. È il Comune che va completamente fuori tema, organizzando al contempo un presidio antifascista, manifestazione che avrebbe potuto aver luogo il qualsiasi altra data. Perché proprio il 10 febbraio? Perché si vuole provocare al limite della demagogia, senza avere alcun rispetto per il Giorno del Ricordo e per il significato di questa ricorrenza. Domani non verrò a Varese, ma parteciperò alla cerimonia di Luino. Anche qui c’è un sindaco di sinistra, ma non ha mai pensato di rovinare una solennità nazionale”.
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Si registra che “l’associazione Do.Ra. organizza una manifestazione in ricordo delle Vittime delle Foibe, in aderenza all’obiettivo e al sentimento della giornata”. A domani l’ardua sentenza.