Visite ed esami diagnostici di sabato e di domenica: l’assessore Bertolaso rispolvera la misura “ambulatori aperti”
Nel 2014 venne deciso di prolungare l'orario di attività fino a mezzanotte e nei fine settimana per recuperare le liste d'attesa. Due anni fa, le due Asst varesine allungarono gli orari delle radiologie. Ora il potenziamento partirà dal territorio milanese
Visite mediche ed esami anche il sabato e la domenica. L’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso rispolvera una delibera già avviata come sperimentazione nel 2014. Allora, sotto la direzione del presidente Roberto Maroni scomparso nel 2022, l’allora presidente della commissione sanità Rizzi firmò l’atto che prevedeva esami fino alle 15 del sabato e di domenica mattina. Un impegno che anche l‘Asst Sette Laghi aveva già disposto due anni fa per recuperare le liste d’attesa della radiologia e della cardiologia interventistica. Uguale misura venne adottata anche dall’Asst Valle Olona sempre nel 2022 con slot aggiuntivi per la senologia e la risonanza fino a mezzanotte durante la settimana, di sabato dalle 14 alle 18 e di domenica dalla 9 alle 13.
L’iniziativa annunciata oggi da Bertolaso verrà avviata da un ospedale dell’Ats della Città metropolitana.
«E proprio un ospedale di Milano – ha spiegato l’assessore – nelle prossime settimane sarà in grado di offrire le proprie prestazioni dal lunedì al sabato dalle ore 8 alle 20 e la domenica fino alle ore 12. Un progetto importante cui, ne sono certo, ne seguiranno altri. Con questa azione contribuiremo a dare un servizio in più ai cittadini e a ridurre ulteriormente le liste d’attesa su cui continuiamo a lavorare incessantemente. Basti pensare che siamo già riusciti ad erogare 700.000 prestazioni in più rispetto all’anno precedente».
Per garantire il servizio si mettono sul piatto ulteriori finanziamenti come incentivi economici al personale che aderirà su base volontaria. L’ampliamento interesserà, dunque, un’area, quella milanese, che ha quasi 3,5 milioni di assistiti, di cui oltre 1,2 con una o più patologie croniche e presenza di una grande metropoli, ma anche di territori a bassa densità abitativa.
«Vogliamo che gli ospedali pubblici – ha continuato – siano sempre aperti e che i nostri medici siano ancora più orgogliosi di far parte di questo sistema» ha aggiunto Bertolaso.
L’esperimento, avviato nel passato, si è sempre scontrato con la carenza di personale, dato il grave deficit soprattutto di figure infermieristiche. Le ultime stime parlano di una carenza di quasi 10.000 infermieri in Lombardia.
L’avvio della misura riguarda inizialmente l’area metropolitana che vanta circa 50 presidi ospedalieri (ASST, IRCCS, Case di cura), per un totale di oltre 12.500 letti a contratto. Eroga 60 milioni di prestazioni ambulatoriali attraverso una rete di oltre 200 strutture e 400 punti prelievo.
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