John Mc Laughlin crea una nuova Mahavishnu Orchestra ed incide con un’orchestra vera e propria
E per la produzione si fa aiutare dal team dei Beatles
Come è difficile parlare di questo disco con la London Symphony Orchestra in poche righe! Bisognerebbe cominciare con lo spiegare quell’interessante corrente orchestrale del jazz britannico di quegli anni, che vedeva nomi come Mike Westbrook, Neil Ardley e Michael Gibbs (non a caso arrangiatore anche di questo disco). Oppure arrivarci partendo da quelle esperienze di rock band più orchestra francamente non sempre riuscite. Ma restiamo alla musica. La Mahavishnu Orchestra, di cui avevamo visto i due primi splendidi dischi, aveva inciso un live e si era sciolta: McLaughlin aveva tanti progetti ma decise di riformarla da zero. Fra i nuovi spiccavano Jean Luc Ponty al violino, già con Frank Zappa, ed il giovane Narada Michael Walden alla batteria, col non facile compito di sostituire Cobham. Come dicevo il progetto è completamente diverso dai precedenti e va ascoltato con calma ed attenzione, stando magari attenti a non lasciarsi solo impressionare dalla velocità di John: certamente come diceva la stampa dell’epoca era “the fastest in town”, ma usava la sua tecnica per fare grande musica, non sterile esibizione.
Curiosità: giusto per non sbagliarsi nel rapporto gruppo/orchestra chi andò a scegliere McLaughlin come produttore e come tecnico del suono? George Martin e Geoff Emerick, il team di Sgt Pepper e degli altri dischi dei Beatles da Revolver a Abbey Road.
La rubrica 50 anni fa la musica
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