L’accordo tra Whirlpool e Arçelik è operativo, ma l’incognita degli investimenti e del futuro occupazionale preoccupa la Fiom
È un brutto momento per il mercato dell'elettrodomestico in Europa e il sindacato dei metalmeccanici teme che il prezzo più alto verrà pagato dai lavoratori più fragili

La scadenza del primo aprile è ormai vicina. A quella data gli americani di Whirlpool e i turchi di Arçelik perfezioneranno il passaggio definitivo che ha dato vita a Beko Europe il nuovo player del mercato degli elettrodomestici nel Vecchio continente.
La nuova società controllata da Arçelik dovrà fin da subito fronteggiare tre problemi: il forte rallentamento del mercato degli elettrodomestici, la riduzione dei volumi di produzione e la conseguente cassa integrazione per i lavoratori.
Il colpo di grazia lo hanno dato l’inflazione, che ha frenato la domanda, e i tassi di interesse troppo alti, che hanno depresso i consumi.
La congiuntura non proprio favorevole è confermata dalla situazione in cui versano i maggiori competitor di Beko Europe. In Electrolux sono stati aperti i contratti di solidarietà in un paio di stabilimenti e una procedura di riduzione del personale per gli impiegati, mentre Bosch ha appena dichiarato 3500 esuberi entro il 2027.
In Europa quello degli elettrodomestici è un settore maturo con volumi di vendita che si attestano a 80 milioni di pezzi l’anno. Una quota stabile, ad eccezione della bolla post covid che però si è già esaurita. Quindi, quel mercato non crescerà.
DOMANDE IN ATTESA DI RISPOSTA
La Fiom Cgil di Varese, in un documento che ha distribuito nello stabilimento di Cassinetta di Biandronno, polo dell’elettrodomestico da incasso, ha posto alcune domande alla nuova proprietà, a partire da «quali investimenti ha in programma Arçelik e dove li vuole fare?». E più in generale «che intenzioni hanno i turchi rispetto alla nuova società?». Inoltre, il sindacato dei metalmeccanici indica alla nuova proprietà dove trovare le risorse necessarie: ci sarebbero infatti 200 milioni di euro di risparmi dichiarati come obiettivo dell’accordo con Whirlpool.
Il lungo silenzio delle parti sociali, in attesa che il quadro della acquisizione fosse completo, è dunque terminato. Il sindacato, che definisce «brutta» l’uscita di Whirlpool dalla scena europea, ora ha una serie di domande urgenti, tra cui quale ruolo ha il governo Meloni in questa delicata partita. In particolare, chiede all’esecutivo di chiarire i contenuti della “raccomandazione” sul mantenimento dei livelli occupazionali in Italia inviata ad Arçelik che, secondo il sindacato, appare abbastanza generica.
NON FATE PAGARE I LAVORATORI PIÙ FRAGILI
In realtà il primo passo sarebbe l’avvio di un confronto con le parti sociali sul nuovo piano industriale mettendo a disposizione gli strumenti richiesti dal sindacato che vanno dagli ammortizzatori sociali al sostegno agli investimenti, a fronte di impegni precisi dell’azienda sul mantenimento in Italia di investimenti, stabilimenti, volumi e occupazione.
La preoccupazione della Fiom Cgil di Varese è che a pagare il prezzo maggiore di questa situazione siano i lavoratori più fragili. «La Whirlpool ha deciso di uscire di scena in malo modo – conclude il documento dei metalmeccanici – rifiutando di discutere di un sostegno al reddito per i lavoratori più colpiti dalla cassa integrazione, dopo aver assorbito i superminimi a fronte dell’aumento del contratto nazionale nello scorso giugno, unica azienda di rilievo in provincia».
Dal matrimonio tra i turchi di Arçelik e gli americani di Whirlpool nasce Beko Europe
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