Anaao e Cimo contro la decisione di Regione di aumentare i fondi per il recupero delle liste d’attesa
I due sindacati del mondo ospedaliero lamentano la mancanza di attenzione a quelli che ritengono i veri problemi: la mancanza di attenzione al benessere del personale e la sua valorizzazione, la riorganizzazione della rete ospedaliera
Regione Lombardia aumenta gli stanziamenti per il recupero delle liste d’attesa. L’annuncio, da parte dell’assessore al Welfare Guido Bertolaso della decisione di aumentare di ulteriori 61 milioni di euro i fondi destinati a pagare il personale per aumentare gli appuntamenti, non è stato accolto positivamente da Anaao Assomed, il principale sindacato dei medici ospedalieri, che si dice molto perplesso sia per i modi con cui è stata adottata, senza preventivamente informare i sindacati, sia per il merito della questione.
« Pur condividendo l’intento di Regione, noto da tempo e fortemente richiesto dagli scriventi sindacati, di centralizzare le prenotazioni attraverso un’unica CUP regionale, ANAAO-ASSOMED Lombardia e CIMO Lombardia sono fortemente preoccupati dalla richiesta di incremento di prestazioni e dalla rigida misurazione della durata delle prestazioni nonostante:
• la carenza di personale medico;
• la forte necessità di riorganizzare la rete ospedaliera;
• la difficoltà delle aziende e degli enti pubblici di assicurare un clima di lavoro che protegga i medici e i dirigenti sanitari dall’affaticamento e dalla pressione cui sono sottoposti da troppi anni».
I due sindacati lamentano una mancanza di attenzione alle relazioni sindacali e alle proposte fatte e da troppo tempo disattese che riguardano:
• una forte attenzione al benessere del personale, attraverso il tangibile impegno delle direzioni strategiche e dei collegi di direzione, troppo spesso distratti da faccende personali, da desideri di apparire i primi della classe o da input dettati dal solo risparmio economico;
• una vera riorganizzazione della rete ospedaliera e dell’emergenza/urgenza, promessa da troppo tempo vista l’inadeguatezza delle stesse alle esigenze della medicina e della società moderna;
• un’effettiva valorizzazione, anche economica, del merito e dell’impegno dei professionisti.
«La richiesta è di mettere mano davvero alle modifiche necessarie a rendere sostenibile il sistema, puntando soprattutto alla valorizzazione dei professionisti senza avere come unico scopo la contabilità delle prestazioni».
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