C’erano un tempo i bachi da seta. E a Gallarate ci sono ancora
Sabato al "chiostrino" della Società Gallaratese per gli Studi Patri una mattina di studio per conoscere una tradizione che un tempo aveva una particolare rilevanza. Ma che sta tornando anche con una nuova azienda guidata da giovani

In bilico tra agricoltura e industria, la filiera della gelsibachicoltura e della produzione della seta ha segnato profondamente la storia dell’alta pianura lombarda, incidendo persino sul paesaggio.
Se ne parla sabato mattina alla mattina di studio organizzata dalla Società Gallaratese per gli Studi Patri, per sabato 29 giugno, dalle 9.30 alle 12,30, al “chiostrino” di via Borgo Antico (zona piazza Risorgimento).
Il professor Pietro Cafaro, docente di Storia economica dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore della Rassegna Gallaratese d’Arte e Storia, introdurrà gli aspetti economici della bachicoltura nella prima fase di industrializzazione del territorio gallaratese.
Massimo Palazzi, presidente della Società Gallaratese per gli Studi Patri, presenterà un documento interessante, il “Manualetto popolare di bachicoltura”, scritto da Ercole Ferrario, mentre il direttore del Museo Matteo Scaltritti illustrerà come i gelsi e la gelsibachicoltura hanno inciso sul paesaggio delle campagne intorno a Gallarate (una presenza che si riconosce ancora oggi in alcuni punti).
Silvia Cappellozza, direttrice del Crea-Aa Laboratorio di gelsibachicoltura di Padova, presenterà le attività del Laboratorio e di Aracne, un progetto finanziato dall’Unione Europea che si pone l’obiettivo di inventariare il patrimonio della sericoltura per poterlo conoscere e salvaguardare.
Infine l’intervento forse più curioso: Ester Praderio e Cesare Coppe racconteranno l’attività della Società Agricola Mooroon, l’azienda agricola lanciata tre anni fa, con l’obiettivo di produrre seta 100% italiana e certificata biologica in città. Partendo dall’elemento base: mille piante di gelso messe a dimora su terreni agricoli intorno alla città.
Gli imprenditori agricoli porteranno al “chiostrino” anche i bachi da seta vivi e offriranno la possibilità di fare personalmente la trattura della seta dal bozzolo.
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