Nell’ultimo consiglio comunale di Sesto Calende i saluti di Buzzi e Caielli
Termina "un'era" per la politica della città sul Ticino. L'attuale sindaco conclude l'esperienza politica iniziata nel 1995, anno in cui Caielli - che saluta dopo 49 anni- in consiglio - è stato eletto per la prima volta sindaco
Dopo 50 sedute (51 se si considera anche quella andata deserta per protesta) il consiglio comunale di Sesto Calende si è riunito per l’ultima volta prima del suo rinnovamento che avverrà attraverso le elezioni amministrative dell’8 e 9 giugno. Elezioni che vedranno contrapposti Mario Boatto e Betta Giordani, entrambi volti nuovi nella politica locale del Basso Verbano.
Indipendentemente dall’esito delle urne – l’unica certezza a oggi è che dei 16 banchi due saranno occupati appunto dai candidati sindaco Boatto e Giordani – la seduta di martedì 28 giugno – in cui è stato approvato il bilancio consuntivo – rappresenta un importante passaggio di testimoni, dal momento che due volti storici nella storia di Sesto Calende hanno deciso di terminare la propria esperienza amministrativa, per lo meno “in prima linea”.
Come è noto infatti, l’attuale sindaco Giovanni Buzzi ha scelto di non ripresentarsi con la lista di centrodestra, rinominata questa primavera Siamo Sestesi. Decisione condivisa anche da Roberto Caielli, primo cittadino dal 1995 al 2004 e fino a martedì consigliere di minoranza per Insieme per Sesto, lista che in vista del voto ha formato l’alleanza civica Sesto Futura.
Entrambi, interpreti a fasi alterne in gruppi di maggioranza e minoranza, sono arrivati molto vicino a raggiungere “cifra tonda” di impegno per la cosa pubblica e la città del Basso Verbano: da una parte Buzzi ha trascorso 29 anni dalla prima candidatura sestese ricoprendo poi diverse cariche (consigliere di minoranza, assessore, vicesindaco e sindaco), mentre Caielli ha addirittura sfiorato il mezzo-secolo, dati i 49 anni di servizio dalla prima nomina, avvenuta nel 1975. Tra gli “addii sestesi”, anche quello di Alessandro Ceron, primo (storico) presidente del consiglio comunale sestese, carica istituita nel luglio del 2020 e fino a quel momento sempre ricoperta dal sindaco coevo.
Il bilancio consuntivo – giudicato favorevolmente del revisore dei conti e chiuso con un utile complessivo di quasi 5,7 milioni di euro – è stato dunque il momento dei ringraziamenti per i due politici, oltre che naturalmente quello atto a trarre un bilancio degli ultimi cinque anni di “consigliatura”, resi ancor più complessi dallo scoppio della pandemia e dalla situazione internazionale. Cinque anni in cui non sono mai mancate tra i due schieramenti dure battaglie, sfociate in aspri confronti e momenti di confusione che con regolarità hanno reso molto complicato seguire le sedute, come successo anche martedì, a tal punto che il consigliere Simone Danzo ha preferito interrompe la propria dichiarazione di voto (contraria al consuntivo) viste le ripetute interruzioni (gli veniva contestato di essere andato fuori tema rispetto al bilancio, ndr).
CAIELLI: “IL COMUNE È LA PRIMA ESPRESSIONE DELLO STATO, NON L’ULTIMA”
«Se penso a tutte le persone che ho incontrato e con le quali ho lavorato, temo che la mia voce non sarebbe all’altezza – commenta Caielli durante la discussione del consuntivo-. Guardo a questo bilancio ripensando ai motivi che quando avevo vent’anni mi hanno spinto a interessarmi del Comune e li ritrovo ancora buoni per la gran parte: ritenevo allora e ritengo oggi il Comune non l’ultima, ma la prima espressione dello Stato: la più vicina al cittadino dove si può agire per migliorare la vita di tutti, specie degli ultimi. Se devo trarre un bilancio – continua Caielli -, penso di essere soddisfatto di tante cose fatte, se ripenso invece al 2019, quando ho accettato di nuovo di candidarmi a questo consiglio, vedo un bilancio più incerto: un bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Questo non è il nostro bilancio, agli atti deve comunque rimanere che quest’opposizione ha sempre collaborato, anche se non abbiamo avuto ascolto su tutte le proposte fatte. In consiglio in questi cinque anni c’è stato un lodo più volte ribadito in sala consiliare: “niente che viene dall’opposizione si deve votare“».
«Non posso non essere sincero, anche stasera abbiamo sentito la maggioranza riferirci a noi come “i nemici di Sesto“. Spero che Boatto e Giordani siano capaci di cancellare questo – conclude Caielli dopo uno scontro con Marco Colombo, che aveva preso in prestito le parole di Golda Meir -. La politica si sta trasformando in un attacco personale, una cosa non concepibile in una paese democratico – per poi il saluto finale -. Colgo l’occasione per ringrazio il sindaco, la giunta, tutti i consiglieri, i dipendenti comunali e i sestesi, in particolare quelli che hanno continuato a venire a seguire i consigli comunali».
BUZZI: “LA MIA UNA SCELTA DI VITA, MA CI SARÒ SEMPRE PER UN CONSIGLIO”
«Non ho voluto fare proclami sulla mia ricandidatura» così il sindaco Buzzi nel suo ultimo discorso, con cui è calato il sipario del suo mandato.
«La mia è stata, come si dice, una scelta di vita. Tuttavia chi fa politica lo sa: non se ne esce mai “veramente” e io sarò sempre pronto a dare un consiglio a chi ne avrà bisogno. Saluterò i funzionari e i dipendenti personalmente, in quanto sindaco. Io e Caielli condividiamo lo stesso “incubo”, che si chiama Marco Colombo – aggiunge con una battuta -. A Roberto do il consiglio di vivere più serenamente, mentre il mio “incubo” era quello di essere all’altezza dei novi, straordinari, anni precedenti. Come sempre quando si dà una spinta potentissima poi è difficile mantenere la pressione costante. Per fortuna ci sono sempre e spazi di miglioramento, in questo mandato ci sono state eventi inaspettati e occasioni colte. Con la giunta mi sono sempre trovato benissimo, forse all’interno delle tante riunioni sono stato io la persona più insopportabile: questo perché le aspettative sono sempre state quelle di mantenere alta l’asticella. Mi aspettato tanto da chi lavora con me e da me stesso, questo porta a raggiungere grandi risultati. Mi considero fortunato ad aver lavorato con la dottoressa Grosso (segretario comunale, ndr.) e con molti responsabili di servizio che ci vengono invidiati da altri Comuni, così come tutti i dipendenti della macchina comunale che in questi anni è molto cambiata. La fascia tricolore rappresenta un’istituzione, impersonale e per questo motivo è qualcosa che sta al di sopra di tutti noi. E noi dobbiamo servirla nei migliori dei modi. Il mio viatico per il prossimo sindaco è quello di essere una persona al servizio dei cittadini, e di indossare la fascia con grandissimo orgoglio».
«In questi anni Buzzi si è contraddistinto per la sua grande professionalità, competenze e grande conoscenza e preparazione politica, che ho cercato di fare anche mia – sottolinea invece il suo “vice” Edoardo Favaron, che si aggiunge ai ringraziamenti ai funzionari di rito -. Lo ringrazio per le possibilità che mi ha concesso di rappresentarlo nei vari tavoli, a agli eventi e alle manifestazioni in cui ho partecipato in sua vece. Vorrei sottolineare in questo ultimo consiglio un grande merito di Giovanni Buzzi: il suo selfcontrol nella gestione dell’emergenza sanitaria e di quella ucraina. Grazie Giovanni, anche per tutti i consigli per la gestione delle deleghe avuti».
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