Più pubblicità e meno canone, la proposta di Candiani per riformare il finanziamento della Rai
Una delle misure chiave della proposta è la riduzione progressiva del canone RAI del 20% all'anno, fino al suo totale azzeramento in cinque anni

Il deputato leghista Stefano Candiani ha presentato una nuova proposta di legge per riformare il sistema di finanziamento della RAI. La proposta, composta da due articoli, mira ad aumentare i limiti di affollamento pubblicitario della rete televisiva pubblica, consentendo una maggiore raccolta di fondi attraverso gli spot pubblicitari.
Dettagli della Proposta
La proposta di legge intende incrementare la quota di pubblicità giornaliera permessa su ciascun canale RAI al 7% tra le 6:00 e le 18:00 e tra le 18:00 e le 24:00, e al 12% per ogni ora, con un’eventuale eccedenza di non oltre l’1% recuperabile nell’ora antecedente o successiva. Questa modifica secondo il deputato tradatese è progettata per aumentare le entrate pubblicitarie di circa 100 milioni di euro, portandole complessivamente a poco meno di 600 milioni di euro all’anno.
Riduzione Progressiva del Canone
Una delle misure chiave della proposta è la riduzione progressiva del canone RAI del 20% all’anno, fino al suo totale azzeramento in cinque anni. Secondo il prospetto di Candiani il fabbisogno finanziario risultante dalla riduzione del canone sarà coperto attraverso una revisione del sistema delle imposte indirette e dai proventi derivanti dalla pubblicità televisiva.
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La pubblicità è proprio la ragione principale per cui ho quasi completamente abbandonato la visione della TV pubblica per andare a selezionarmi i contenuti (principalmente film) dalla TV on demand (streaming) grazie alla numerosa offerta e sui canali Satellitari tematici.
Detesto essere interrotto durante la visione di un film o un documentario, detesto l’interruzione del percorso logico e narrativo e detesto le pubblicità oramai martellanti come detesto oramai la forzatura nelle pubblicità stesse dei messaggi woke/lgbt e del fatto che i cani abbiano sostituito i bambini pure nelle famiglie “perfette” da Mulino Bianco spacciate nella TV commerciale.
L’altra ragione è che anche se paghiamo un canone raramente si trovano contenuti di qualità degni di essere guardati nel nostro poco tempo libero. Più che programmi di cucina, quiz e strillatori in gare canore non si ha. Questo è il mappazzone che dobbiamo buttare giù. Ogni tanto c’è qualcosa di informativo ma solitamente è trasmesso o a notte fonda o sui canali tematici RAI via sat. Prendiamo atto che la RAI moderna non è la RAI di 50 anni fa che veramente innovava e faceva informazione e giornalismo non urlato.
Putroppo la RAI non si rende conto nemmeno del patrimonio che ha nei suoi archivi. Potrebbe rendere tutto disponibile agli abbonati del canone il suo immenso archivio che potrebbe essere fruibile tramite App smart dedicata tramite l’inserimento del codice di abbonamento RAI.
Così veramente si offrirebbe al cittadino un vero servizio pubblico….facendo anche divulgazione storica, culturale e scientifica degli ultimi 70 anni del nostro paese (e dici poco!).
Quindi la introduzione di una maggiore pubblicità mirata alla riduzione progressiva del canone RAI per me sarebbe una cosa favorevole. E probabilmente lo sarebbe anche per la azienda stessa abituata a ricevere una gabella annuale senza di fatto sforzarsi di proporre e produrre contenuti di qualità verso il suo pubblico ma semplicemente rivendendo format pensati, ideati e costruiti per un pubblico internazione. Almeno non dovrò più pagara una indigesta tassa che ci garantisce una pessima informazione giornalistica ed il meglio del trash popolare tra decine di programmi tutti uguali, tutti superficiali e prodotti con lo stampino per un’audience internazionale.