Spesa in Italia, la Svizzera verso la stretta sul “turismo degli acquisti”
Mentre si discute di portare a 150 franchi il limite di esenzione Iva, la Commissione dei tributi del Consiglio degli Stati propone un ulteriore ribasso a 100. "Per riportare in Svizzera la creazione di valore"
Si potrebbe andare verso una stretta sugli acquisti degli svizzeri all’estero. Per la Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio degli Stati la riduzione della franchigia IVA nel traffico turistico andrebbe ridotta a 100 franchi. Una misura ancora più stringente della proposta di portarla a 150 franchi come previsto dal Consiglio federale. Tra le motivazioni del provvedimento la volontà di contrastare il turismo degli acquisti, riportando i consumi sul mercato svizzero. Attualmente il limite della spesa senza dichiarare l’IVA – in Italia o negli altri paesi confinanti – è fissato a 300 euro. Diminuire questa soglia potrebbe andare a disincentivare gli acquisti oltre confine.
Il Consiglio federale ha consultato le due commissioni (degli Stati e del nazionale) sulla prevista riduzione del limite di franchigia IVA nel traffico turistico.
La scorsa settimana la CET-N si è detta favorevole a una riduzione del limite a 150 franchi (al posto degli attuali 300 fanchi). La CET-S, unanime, raccomanda al Consiglio federale di essere ancora più restrittivo fissando il limite di franchigia a 100 franchi: in tal modo si contrasta il turismo degli acquisti e si riporta in Svizzera la creazione di valore. Presieduta dal consigliere Stati Hans Wicki (PLR, NW), la Commissione si è riunita a Berna il 27 agosto 2024. A parte della seduta era presente la Consigliera federale Karin Keller-Sutter.
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