Hands ed Harris alla scoperta dell’Italia: “Qui ogni partita conta, noi siamo ambiziosi”

I due esterni americani della Openjobmetis sono all'esordio nel basket tricolore. Il 25enne sarà una punta dell'attacco: "Mannion è un grande dai tempi di Ariziona". L'ex Bruxelles: "Mi occuperò dell'avversario più pericoloso in attacco"

presentazione jaylen hands jordan harris agricola

Americani, stesse iniziali (JH), intercambiabili in campo, accomunati dal fatto di essere all’esordio assoluto in Italia. Jaylen Hands e Jordan Harris si sono presentati insieme alla stampa in un pomeriggio di sole negli spazi di Agricola Home&Garden del patron Giacomo Brusa, marchio che da tanti anni affianca la Pallacanestro Varese. Con loro anche Max Horowitz, uno dei GM biancorossi che ha ribadito la voglia di rendere più difensiva la Openjobmetis anche attraverso i nuovi acquisti.

Pur con ruoli “tecnici” simili, il compito di Hands ed Harris sarà differente sullo scacchiere governato da Herman Mandole. Il 25enne di San Diego sarà la punta designata dell’attacco insieme a Nico Mannion con il quale dovrà condividere anche l’attività di “trattatore di palla”. Harris, classe ’97 dalla Georgia, sarà invece jolly difensivo con – sì – qualche libertà per andare a tirare in attacco ma con la principale consegna di dare energia uscendo dalla panchina e di limitare al massimo i bomber perimetrali avversari.

Entrambi, dicevamo, sono alla scoperta dell’Italia perchè pur avendo robusta esperienza europea non hanno mai giocato nel nostro Paese. «Varese si è subito dimostrata un’organizzazione molto professionale – dicono praticamente in coro – e in queste settimane ci stiamo adattando allo stile di vita italiano anche al di fuori del basket, ma non vediamo l’ora che si inizi a fare sul serio».

Anche la domanda sull’ambientamento al parquet ha risposte simili: «La Serie A propone un livello di basket molto alto, è una delle migliori leghe al mondo – spiega Hands – ma dalla nostra parte abbiamo uno staff e dei compagni che ci aiuteranno a inserirci. Stiamo lavorando per capire meglio le situazioni tattiche, sappiamo che sarà una stagione competitiva ma finché staremo uniti ci divertiremo». Harris gli fa eco: «L’Europa in generale mi ha insegnato che ogni partita conta e va preparata al meglio. In Italia ci sono 16 squadre che si danno battaglia ogni domenica; noi siamo una di quelle ma siamo anche ambiziosi e focalizzati sul risultato».

presentazione jaylen hands jordan harris agricola

I SOGNI DI “BABY WESTBROOK” – Sotto il profilo personale, Hands (56a scelta al Draft NBA 2019) non nega di sognare sempre di avere l’occasione di arrivare al massimo campionato americano. «Quell’obiettivo c’è sempre ma non è questo il momento di pensarci: ora sono qui e mi voglio concentrare sulla stagione che sta iniziando. Dagli USA mi porto dietro un soprannome, “Baby Westbrook” che indubbiamente mi fa piacere, perché Russel è uno dei giocatori che diventano un esempio quando li vedi sul campo. Ma non credo di avere fatto abbastanza per essere paragonato a lui».

Sul tandem d’attacco previsto con Mannion, Hands spiega: «Conoscevo già Nico come un grande giocatore fin dai tempi di Arizona e poi l’ho anche incontrato con Bologna e queste prime settimane al suo fianco hanno rafforzato la mia opinione positiva su di lui». Sulla scritta “DREAM” che campeggia sul suo profilo Instagam, Jaylen spiega: «Ognuno di noi fa dei sogni e vuole realizzarli: questo ci mantiene vivi e ci permette di apprezzare tutte le piccole cose che accadono. Sul campo significa provare di divertirsi il più possibile ma anche di cercare di ottenere i risultati da raggiungere».

HARRIS, DIFESA E LIBERTÀ – Dal suo punto di vista, Jordan Harris conferma le impressioni sul proprio modo di stare in campo mostrate nelle prime uscite stagionali. «Il mio ruolo in squadra dipenderà da come andranno le partite: dovrò completare quello che faranno i miei compagni di reparto. Il coach per ora mi ha chiesto di essere me stesso così da valutare tutte le caratteristiche: Mandole non mette limiti in attacco e ci invita a prendere i nostri tiri mentre in difesa dovrò spesso marcare l’esterno più pericoloso della squadra avversaria».

Passato attraverso Scozia, Polonia e Belgio, Harris sa di avere tra le mani una grande occasione a Varese: «Il basket europeo mi ha completato dal punto di vista tecnico e mi ha migliorato nella mentalità perché, come ho detto, qui ogni partita conta tantissimo. Alla Openjobmetis troverò anche uno stile di gioco e un approccio più “americano” che mi piace molto: tutti possono prendersi responsabilità in attacco e sfruttare le proprie caratteristiche fisiche per gli altri aspetti del gioco. Corsa, rimbalzi, difesa: proverò a dare questo».

Silvio Barnabà, “l’allenatore fisico” della Openjobmetis: «Kao è sbalorditivo»

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

VareseNews è da anni una realtà editoriale, culturale e sociale fondamentale per il territorio. Ora hai uno strumento per sostenerci: unisciti alla membership, diventa uno di noi.

Pubblicato il 03 Settembre 2024
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.