Pogacar e l’annullamento della Tre Valli: “Strada troppo allagata, pericolo di cadute”
Il campione del mondo ha spiegato le ragioni del gruppo. "Forature e rotture di ruote, in queste condizioni troppo rischi di incidenti"

«Il problema non era la pioggia, né le temperature. Il problema era la strada allagata». Il campione del mondo, Tadej Pogacar, si presenta in sala stampa e parla a nome del gruppo, per spiegare le ragioni che hanno spinto a una decisione forte e presa poche volte, nel ciclismo, l’annullamento di una corsa nel mezzo della bagarre.
Il campione sloveno ha spiegato come in fondo alla discesa (della Schiranna ndr) c’era davvero molta acqua tanto da non vedere l’asfalto. «Ci sono state molte forature e ruote rotte durante la corsa. Ci sono molti modi in cui è possibile cadere in quelle condizioni. Probabilmente avremmo anche potuto proseguire ma non si sa mai quando arriva una caduta e questo meteo rappresentava un rischio molto alto per fare incidenti».
«Ricordiamo tutti quanto è successo poche settimane fa», ha concluso citando esplicitamente la morte della giovane svizzera Muriel Furrer a Zurigo.
Non si poteva neutralizzare un giro e riprendere, considerando anche che il meteo in miglioramento?
«Non sono un esperto di meteo – ha risposto Pogacar – ma trascorro tante ore in bici e credo che quando c’è così tanta acqua non scompare da un momento all’altro».
«Del brutto tempo ne abbiamo discusso perché le previsioni erano pessime per questa giornata. Secondo me si poteva accorciare la gara femminile e anticipare quella maschile ma è una mia opinione e non so dire altro».
Sul tema è intervenuto anche Renzo Oldani, della Sc Binda organizzatrice: «Abbiamo ridotto la gara femminile e poi anche quella maschile. Per noi comunque la sicurezza dei corridori è la cosa più importante: sono nel direttivo della AIOCC (l’unione mondiale degli organizzatori) e discutiamo di sicurezza a ogni riunione. Non è una “colpa” né delle autorità né delle forze dell’ordine, abbiamo fatto tutto il possibile. Noi soffriamo per organizzare come loro fanno in bici, ma non molliamo».
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