“Raccontare il clima che cambia vuol dire abituare il publico alla complessità“
A Glocal un dibattito sulla comunicazione ambientale. Il progetto Anso di raccontare i casi limite frutto delle inchieste dei quotidiani locali

Piccoli giornali che trattano di grandi temi, come il cambiamento climatico. Passione per il territorio (spesso dietro casa) che deve però confrontarsi con argomenti scientifici, precisi, usando una terminologia narrativa necessariamente accurata.
Anche perché solo così la stampa ha la possibilità di esercitare un ruolo formativo, accrescendo la consapevolezza di quanto sta accadendo. Un esperto in materia, maestro di data journalism, Ornaldo Gjergji, ha messo a fuoco la questione con una definizione precisa: «Occorre abituare il pubblico alla complessità».
Parole pronunciate nel corso del panel “Raccontare la crisi climatica: dati, narrazioni e impatto locale”, tenutosi a Palazzo Estense nella mattinata di sabato, al quale ha partecipato anche Giacomo Di Girolamo, di Tp24, quotidiano siciliano del Trapanese, con la moderazione del giornalista di Varesenews Andrea Camurani. Di Girolamo, intervenuto come giornalista, scrittore e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Stampa Online, ha raccontato dei servizi organizzati sull’impatto del cambiamento climatico sul territorio italiano.
Un collage di piccole inchieste e approfondimenti, che non a caso ha un titolo eloquente: “Vi scrivo da un paese che non esiste più”, incipit della nota cronaca di Gianpaolo Pansa, scritta per La Stampa il 9 ottobre 1963 e dedicata alla tragedia della diga del Vajont. Un insieme di casi che spaziano dalla crisi idrica siciliana alla penuria di neve e scioglimento dei ghiacciai alpini, passando per i danni causati dalle maxi grandinate alle porte di Milano.
La tematica è affascinante e, oltre alla contiguità con le aree da raccontare, sul campo, è essenziale padroneggiare i dati. È proprio questo aspetto che ha attirato l’attenzione di numerosi giornalisti presenti, che si sono confrontati con un modo di raccontare diretto, grafico e iconico, strumento sempre più centrale per divulgare scienza e conoscenza su un tema in crescente evidenza nelle agende politiche.
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