Chiara, da Azzate a Ginevra tra i camion più grandi del mondo: “Non dimentico casa ma c’è un mondo da esplorare”
Chiara è una "varesina all'estero", ha trovato ora il suo posto in Svizzera a Ginevra dove inizialmente cominciò a lavorare per le Nazioni Unite, per poi approdare al settore privato

Chiara ha 27 anni, è nata e cresciuta a Varese dove sono cominciati i suoi studi prima di specializzarsi a Milano e poi scegliere di partire. Fin dal liceo ha fatto esperienze all’estero, come lo scambio intercultura in Australia, e poi è partita davvero, da Azzate si è trasferita a Ginevra.
Chiara ha trovato ora il suo posto in Svizzera dove inizialmente cominciò a lavorare per le Nazioni Unite, per poi collaborare con diverse ONG come Research Consultant. Dopo le prime esperienze si è trasferita nel settore privato, nella nota azienda multinazionale Caterpillar dove si occupa di di Business Development per i Concessionari spagnoli e italiani. Nonostante la distanza, non rinuncia mai a tornare a Varese: “Ogni volta che ci torno, riscopro luoghi che, pur essendo familiari, mi sorprendono come se fosse la prima volta che li vedo”.
Ecco il suo racconto:
“Sono nata e cresciuta a Varese, una città che mi ha sempre dato un senso di appartenenza, dove le radici familiari sono profonde e i legami affettivi forti. È una città che amo, ma che fin da piccola mi ha sempre dato l’impressione che fosse solo un punto di partenza, un luogo dove crescere, ma non dove fermarsi. C’era sempre qualcosa dentro di me che mi spingeva a guardare oltre, a cercare altre esperienze, nuovi luoghi, e nuove possibilità. Fin da giovane ho sentito un forte richiamo per i viaggi e la scoperta di altre culture. Questo desiderio è nato anche grazie all’esperienza che ho fatto in Australia con Intercultura durante gli anni del liceo, che ha segnato un punto di svolta nella mia vita.
Quando sono tornata da quell’esperienza di scambio, capii quanto fosse importante aprirsi al mondo, mettersi in gioco e conoscere le realtà diverse dalla propria. Questa consapevolezza è stata un motore che mi ha spinta a scegliere un percorso accademico che mi avrebbe dato l’opportunità di esplorare il mondo: Relazioni Internazionali. Mi sono iscritta a questo corso a Milano, una città che ho scelto non solo per la sua offerta accademica, ma anche per la sua dinamica, cosmopolita energia, che ti fa sentire parte di un contesto internazionale anche quando sei immersa nella routine quotidiana.
Milano mi ha insegnato molto: mi ha fatto capire che ogni esperienza è un’opportunità di crescita. Ero giovane e lontana da casa, ma in quel periodo ho imparato ad apprezzare la ricchezza che deriva dal confrontarsi con persone provenienti da tutto il mondo. La città mi ha dato la possibilità di conoscere culture diverse, di esplorare nuovi punti di vista, e mi ha permesso di costruire amicizie che sono diventate durature. Ma, nonostante tutto ciò che Milano mi dava, sentivo che dovevo fare un passo in più, dovevo uscire da quel confine e provare a scoprire un mondo ancora più grande.
Quando mi sono laureata, decisi di fare un altro passo verso l’ignoto, seguendo un sogno che coltivavo da bambina: lavorare per le Nazioni Unite. Ginevra, la città che fin da giovane avevo immaginato come il luogo dove realizzare quella visione, divenne la mia meta. Decisi di fare domanda per un Master in Relazioni Internazionali e, quando fui accettata, mi trasferii a Ginevra con entusiasmo e una grande voglia di imparare. Gli anni trascorsi in quella città furono determinanti per la mia crescita personale e professionale. Mi laureai con il massimo dei voti, e subito dopo iniziai a lavorare per le Nazioni Unite, per poi collaborare con diverse ONG come Research Consultant.

Quella che inizialmente sembrava una strada giusta per me, tuttavia, si rivelò meno appagante di quanto immaginassi. Nonostante l’aspetto internazionale e le esperienze affascinanti, mi accorsi che il mondo delle relazioni internazionali non mi permetteva di esprimere appieno la mia natura pratica. Mi piace vedere i frutti del mio lavoro, sentire che quello che faccio ha un impatto concreto, e in quel contesto mi sentivo un po’ persa. Era necessario un cambiamento, una nuova direzione che mi permettesse di mettere a frutto le mie capacità in modo più tangibile.
La svolta arrivò quando decisi di fare un passo nel settore privato, mantenendo però sempre quella dimensione internazionale che non avevo intenzione di abbandonare. Due anni fa entrai in Caterpillar, un’azienda multinazionale che mi ha offerto l’opportunità di crescere velocemente, assumendo ruoli sempre più significativi. Questa esperienza mi ha fatto capire come funziona il mondo delle grandi multinazionali, ma mi ha anche mostrato una differenza sostanziale rispetto all’Italia. In un ambiente di lavoro dove predominano gli uomini, sono riuscita ad ottenere pari opportunità, pur essendo magari anche più giovane, cosa che in Italia sarebbe stata un’impresa davvero ardua. La mia posizione mi porta a viaggiare frequentemente, principalmente in Europa e nel Medio Oriente, e mi occupo di Business Development per i Concessionari spagnoli e italiani. Nonostante le difficoltà e la fatica di dover conciliare la mia carriera con la lontananza da casa, trovo che il mio lavoro mi permetta di essere legata alla mia terra, senza per questo rinunciare alla mia carriera internazionale.
Ogni volta che saluto i miei genitori ad Azzate, il mio cuore si spezza un po’. Mi manca l’Italia, mi manca la mia lingua, mi mancano le persone che mi conoscono davvero e che mi fanno sentire a casa. Ma questo sacrificio, che è ormai una costante nella mia vita, mi sta ripagando in tanti modi. Ogni nuova esperienza che vivo, ogni obiettivo che raggiungo, mi permette di crescere, di evolvermi e di fare carriera in un contesto che offre molte più opportunità di quanto avrei mai potuto immaginare a casa.

Nonostante la distanza, non rinuncio mai a tornare a Varese, alla mia città. Ogni volta che ci torno, riscopro luoghi che, pur essendo familiari, mi sorprendono come se fosse la prima volta che li vedo. E quando sono con la mia famiglia, con gli amici, posso essere semplicemente Chiara, quella che è cresciuta lì e che ha imparato da quella città a guardare il mondo con occhi diversi. Non so cosa mi riserverà il futuro, ma per il momento sento che c’è ancora tanto da scoprire, tanto da fare, e non ho fretta di tornare. C’è ancora un mondo vasto da esplorare, e sono pronta ad affrontare ogni sfida che mi si presenta”.
In un recente articolo abbiamo scritto di come siano oltre 70mila i varesini che si sono trasferiti all’estero. Proprio come con Sofia ci piacerebbe raccontare, per quanto possibile, chi siano, di cosa si occupano e dove si trovano là fuori nel mondo. Se vivete all’estero e vi piacerebbe mettervi in contatto con noi potete compilare questo modulo, vi contatteremo al più presto. Abbiamo anche aperto un gruppo Facebook per tenerci in contatto, lo trovate qui.
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