Favorì Matteo Messina Denaro. Condannato a 10 anni il dirigente del Comune di Limbiate
L'architetto originario di Erice era legato a famigliari dell'ultimo boss della mafia delle stragi e dal 2019 viveva a Solaro. Nel 2007 avrebbe prestato la sua identità per l'acquisto di un'auto e una moto
È stato condannato a 10 anni dal gup del tribunale di Palermo l’uomo residente a Solaro, accusato di aver prestato la propria identità a Matteo Messina Denaro per l’acquisto di un’auto e di una moto. Il 53enne, dopo aver vinto un concorso nel 2019, era impiegato nel Comune di Limbiate come dirigente dell’ufficio tecnico con la responsabilità di gestione dei fondi del Pnrr.
La pesante accusa di aver favorito l’ultimo boss della mafia delle stragi, morto a causa di un tumore il 25 settembre del 2023, è emersa dopo l’arresto di Messina Denaro nel marzo dello scorso anno.
Grazie alle indagini sulla rete di supporto si scoprì come M.G., nato ad Erice e di professione architetto, era legato al boss mafioso dalla parentela con il marito di Laura Bonafede, responsabile di vari fatti di sangue legati al capo della mafia trapanese.
Grazie a documenti intestati a suo nome nel 2007 Messina Denaro acquistò una Fiat 500 e una moto Bmw che usava per spostarsi senza destare sospetti. L’avvocato Antonio Ingroia ha già annunciato ricorso in appello.
In manette un dipendente del Comune di Limbiate. Prestò l’identità a Matteo Messina Denaro
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