Il cielo ancorato alla terra di Ingeborg Lüscher al Museo d’Arte di Mendrisio
Il Museo presenta la prima antologica ticinese dell'artista svizzero – tedesca tra le protagoniste della scena creativa internazionale

Il Museo d’Arte di Mendrisio ospita fino al 19 gennaio la mostra dedicata a Ingeborg Lüscher artista poliedrica, istintiva e sperimentatrice, che ha saputo suscitare l’interesse della scena creativa internazionale. Una mostra che colma un vuoto perchè per la prima volta un museo in Ticino, luogo in cui vive da oltre quarant’anni, presenta una esposizione antologica che ripercorre le tappe più importanti della sua lunga carriera.
I principali capitoli della sua produzione presentano i lavori realizzati con lo zolfo la cui anima è composta da materiali di recupero che esplorano il rapporto di tensione tra luce e oscurità a Inbox scatole quadrate con dipinti plasmati dal fuoco.
Potente l’opera video realizzata tra il 2009 e il 2010 tra Israele e Palestina e quanto mai attuale. All’interno di città, villaggi e campi profughi l’artista racconta l’esperienza di sopravvissuti di un conflitto spaventoso. L’intento è quello di mostrare i volti e le emozioni che si celano tre semplici domande: pensa, chi sei, il tuo nome, le tue origini. Pensa, cosa ti ha fatto l’altra parte. Pensa, puoi perdonarla?

La mostra poi presenta le celebri opere ricoperte da mozziconi di sigaretta, i lavori fotografici e concettuali che indagano le possibilità creative del caso, le sorprendenti installazioni realizzate con materiali inediti ai monumentali dipinti materici degli anni Ottanta.

Una grande parete racconta l’incontro di Lüscher con l’artista eremita Armand Schulthess. Per diversi anni Lüscher continua a fargli visita, gli scrive delle lettere che lascia sulla porta della sua cascina insieme a giornali e lattine vuote. Col tempo conquista la fiducia dell’uomo che le permette di documentare fotograficamente il suo lavoro. L’amicizia si conclude bruscamente nel 1972, quando Schulthess viene trovato morto con una grossa ferita alla testa. In breve tempo i suoi famigliari decidono di smantellare la sua opera: insieme a poche altre persone che ne avevano compreso l’importanza, Lüscher recupera quanti più materiali possibili prima che vengano distrutti. L’installazione esposta a Mendrisio combina una selezione di materiali recuperati dal “giardino enciclopedico” e fotografie realizzate da Ingeborg Lüscher per documentare la straordinaria impresa di Schulthess. Queste immagini furono esposte per la prima volta nel 1972 a documenta 5 di Kassel su invito di Harald Szeemann. È proprio in quell’occasione che l’artista conoscerà il curatore rivoluzionario che diventerà il compagno di una vita. La loro casa di Tegna è stata per moltissimi artisti, curatori, amici un punto di riferimento.

Il percorso espositivo si conclude con la spettacolare installazione I giardini pensili di Semiramide, una cascata di stuoie di nastri di plastica gialli intrecciati che sembra sgorgare dal soffitto della stanza. L’opera nasce dall’ispirazione della pianta di forsizie in fiore realizzata con nastri di plastica gialli comunemente usati nei cantieri o legati agli alberi per scacciare gli uccelli
Il cielo ancorato alla terra è una mostra il cui titolo rimanda a una dimensione tanto concreta quanto visionaria.
A cura di Barbara Paltenghi Malacrida e Francesca Bernasconi
Fino al 19 gennaio Museo d’Arte di Mendrisio, Svizzera
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