La violenza contro le donne non si ferma: nel centro Eos di Varese 30% di accessi in più nel 2024

In tutto, sono state 193 le donne che si sono rivolte al centro varesino nel corso del 2024, cercando supporto per uscire da situazioni di abuso

Consegnate le chiavi delle case Aler per vittime di violenza

L’anno 2024 ha registrato un incremento significativo degli accessi al Centro Antiviolenza Eos di Varese: rispetto al 2023, le richieste di aiuto sono aumentate del 30%. Un dato preoccupante che, secondo la presidente Marzia Giovannini, riflette sia la persistenza della violenza di genere che una maggiore consapevolezza delle vittime, incoraggiate a rivolgersi ai servizi dedicati.

In tutto, sono state 193 le donne che si sono rivolte al centro nel corso del 2024, cercando supporto per uscire da situazioni di abuso. Analizzando i dati, emerge che il 46% degli aggressori sono mariti o compagni attuali, seguiti dal 35% di ex partner o familiari e, in misura minore, da conoscenti (8%) o persone sconosciute (1%). «La stragrande maggioranza dei casi riguarda quindi compagni o ex, mentre le aggressioni da parte di sconosciuti sono una percentuale minimale» sottolinea Giovannini.

Ma chi sono le vittime? Dal punto di vista delle nazionalità, la maggior parte delle vittime è italiana (66%), mentre il 26% proviene da Paesi extra-UE e l’8% da Paesi dell’Unione Europea. Sorprende il dato relativo al livello di istruzione delle donne che chiedono aiuto, che sono parecchio scolarizzate: il 34% ha un titolo superiore al diploma e il 23% è laureato. «Dati che da una parte dicono che la violenza di genere non colpisce solo situazioni di degrado, ma anche realtà considerate “normali”. Ma dicono pure che lo studio aumenta anche la consapevolezza e il coraggio di presentarsi e dichiarare. Interessante infatti anche il dato che vede diminuire l’età media di chi accede al nostro servizio: e spesso solo per cercare di capire se sono in una relazione tossica oppure no».

Per quanto riguarda il profilo degli uomini autori di violenza, il 33% ha un titolo di studio di scuola media inferiore, il 32% un diploma superiore, mentre il 17% è laureato: «Sono quindi solo un po’ meno scolarizzati, e comunque la percentuale di chi ha una elevata istruzione è alto» conclude Giovannini, che ha spiegato come la prima utilizzatrice dell’appartamento sarà una donna che ha una storia emblematica: «La casa è stata assegnata a una donna straniera proveniente da un Paese dove i diritti delle donne sono gravemente negati. Si era sposata con un italiano ed era arrivata in Italia, dove ha avuto due figli. Dopo essere entrata in un circuito di violenza domestica, si è rivolta al nostro centro e, grazie al nostro supporto, ha trovato il coraggio di separarsi. L’abbiamo iscritta a corsi di formazione, dove ha dimostrato grandi risorse personali, e ha aderito ai bandi per il lavoro. Ora, finalmente, può iniziare una nuova vita in un alloggio bellissimo, dignitoso e ben messo, assegnatole attraverso questo progetto. Prima viveva presso una coppia varesina che l’ha accolta, e che ora ha deciso di continuare a offrire ospitalità ad altre ragazze in difficoltà».

A MATERIA LE VOCI DELLE DONNE DIVENTANO PROTAGONISTE CON IL PROGETTO “AL BORDE”

In occasione dell’8 febbraio, a Materia parte un progetto per approfondire questi temi:  nella giornata della Donna si terrà lo spettacolo teatrale interattivo dal titolo “Quello che le donne non dicono”, con la compagnia Al Borde. Lo spettacolo inaugura un ciclo di incontri e laboratori tematici che si terranno a Materia, con l’obiettivo di trasformare silenzi e incomunicabilità in occasioni di riflessione e dialogo. Un percorso innovativo che unisce teatro, psicologia e partecipazione attiva, offrendo un’esperienza coinvolgente e significativa.
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Stefania Radman
stefania.radman@varesenews.it

Il web è meraviglioso finchè menti appassionate lo aggiornano di contenuti interessanti, piacevoli, utili. Io, con i miei colleghi di VareseNews, ci provo ogni giorno. Ci sosterrai? 

Pubblicato il 23 Gennaio 2025
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