A lezione di erbe spontanee tra prati e colline della Schiranna di Varese con l’Orticola Varesina
L'uscita, dlelo scorso 19 aprile, ha visto la partecipazione di una trentina di persone che ha conosciuto le principali tipologie di erbe selvatiche: commestibili, tossiche e velenose
Corso “base” sul “valore delle erbe spontanee”. È la lezione che l’Associazione Orticola Varesina ha tenuto sul campo lo sabato 19 aprile.
L’argomento trattato è stato “Il valore delle erbe spontanee. Impariamo a riconoscerle e cucinarle”. La più antica associazione della provincia di Varese ha radunato una trentina di soci e simpatizzanti che per tre ore sono stati incuriositi dalla bravissima neoeletta consigliera Ombretta Tuligi, ormai veterana nel settore.
Il corso è iniziato con una prima parte introduttiva, teorica propedeutica per la seconda parte pratica. L’introduzione si è basata sulle principali tipologie di erbe selvatiche: commestibili, tossiche e velenose, e sui luoghi dove si possono raccogliere le piante e dove invece è vietato (Proprietà private, Parchi Pubblici, Riserve Naturali ecc.) oppure sconsigliato per esempio vicino agli stagli per la possibile presenza di agenti patogeni, ai lati delle strade per inquinamento o per le deiezioni dei nostri amici a quattro zampe.
«Le piante spontanee – ha spiegato Ombretta Tuligi – sono un vero tesoro; non solo per le loro proprietà benefiche ma anche per la loro bellezza, il loro profumo e sapore. Ti mettono a contatto con la natura e dopo una bella passeggiata si rientra a casa, non solo con un ‘raccolto’ ma rigenerati. La natura però può essere anche insidiosa, quindi è bene imparare a distinguere le piante commestibili da quelle tossiche e mortali. Nell’identificazione delle erbe non affidiamoci solo al loro aspetto ma usiamo tutti i nostri sensi; questo perché piante molto simili nella forma potrebbero invece distinguersi dall’odore, dal sapore o dalla consistenza. Usiamo la regola dei cinque punti, cioè, osserviamo sempre radice, fusto, foglie, fiori e semi e il loro variare durante la crescita.
Rispettiamo la natura quindi raccogliamo poco da ogni singola pianta, in modo da poter preservare la sua crescita; non raccogliamo piante protette anche se commestibili. Ci vuole buon senso ed equilibrio e in sintesi, se non si nota il nostro passaggio significa che abbiamo fatto bene».

Dopo la prima parte teorica, i corsisti hanno passeggiato per le colline della Schiranna per osservare le erbe spontanee in natura ricevendo, per ogni singola erba trovata, indicazioni su come riconoscerla facilmente, le particolarità, i benefici e le parti da usare e non da ultimo, qualche ricetta per consumarla. Così camminando si è passati al riconoscimento dell’artemisia, del lamium, dell’ortica, del crepis, del gallium, dell’edera terrestre, dell’agliaria, del crespino e tante altre erbe spontanee.
La sorpresa del gruppo è stata di rendersi conto di essere immersi di piante e erbe commestibili, di cui non si conosce abbastanza ma con le quali si possono fare insalate, sciroppi, liquori, farle sbollentate, cotte in padella o al forno facendone diventare torte dolci o salate.
Tre ore ad imparare la bellezza di quanto la natura offre fino a giungere alla Cascina del Meleto del consigliere Dott. Ballerio, dove un aperitivo a base di erbe spontanee appena imparate attendeva il gruppo. La varietà del rinfresco era notevole: dai crostini all’aglio orsino, alla torta dolce soffice con il Poligono del Giappone, allo sciroppo dei fiori di tarassaco, alle diverse confetture.
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