A Varese, Shakespeare incontra il suo doppio: svelato in CNA il mistero di John Florio
Nella sede varesina di CNA Lombardia Nord Ovest, in via Bonini, la ricercatrice Marianna Iannaccone ha guidato il pubblico in un viaggio affascinante tra enigmi letterari e influenze italiane nell’opera del Bardo

Un’immersione affascinante nel mistero shakespeariano ha animato il salone di CNA Lombardia Nord Ovest a Varese oggi pomeriggio, con l’evento “William Shakespeare: il suo doppio John Florio”. L’iniziativa, insolita rispetto ai consueti appuntamenti dell’associazione, ha richiamato un pubblico numeroso ed entusiasta, desideroso di esplorare uno dei più grandi enigmi della letteratura mondiale.
L’incontro ha subito catturato l’attenzione dei presenti, proiettandoli nel cuore del dilemma shakespeariano e, per estensione, nell’essenza della condizione umana. Il tema, pur partendo da Shakespeare, ha toccato corde universali, preparando il terreno per l’approfondimento della figura del Bardo e delle incertezze che ancora avvolgono la sua biografia e l’attribuzione delle sue opere.
Al centro dell’evento, l’intervento della studiosa Marianna Iannaccone, che da oltre dieci anni dedica la sua ricerca al “giallo” shakespeariano. La dottoressa Iannaccone ha saputo coinvolgere la platea con la sua passione e le sue scoperte, frutto di una vera e propria “caccia alla volpe” letteraria che l’ha portata a risultati di grande rilievo. Tra questi, spicca il suo ultimo libro, “Resolute John Florio”, un romanzo già esaurito che svela la figura di un personaggio cruciale, ma spesso trascurato, nella vicenda shakespeariana: John Florio.
Marianna Iannaccone ha illustrato come Florio, lungi dall’essere un semplice “ghostwriter”, abbia avuto un ruolo determinante nelle fortune di Shakespeare. La sua ricerca, condotta attraverso archivi e documenti in tutta Europa, ha evidenziato l’importanza di Florio e il suo legame con altre figure intellettuali dell’epoca, come Giordano Bruno, sottolineando l’influenza “italiana” in questo intreccio di vicende.
Il pubblico ha seguito con grande interesse e partecipazione le rivelazioni della studiosa, confermando l’evento come un’occasione per comprendere meglio non solo il genio di Shakespeare, ma anche il contributo spesso nascosto di figure come John Florio, riscoprendo così un pezzo affascinante e inaspettato della storia culturale europea.
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