“Ci ha insegnato a pedalare insieme”. Bici in corteo per il saluto a Gigi Talamona, il ciclista ucciso da un’auto a Cocquio
Nel giorno del funerale, la famiglia ha voluto un momento con tutti gli amici: sotto ai tigli in fiore e sui tavoli di pietra di un circolo il ricordo di un uomo appassionato, che ha celebrato la vita fino all'ultimo giorno

Forse a volte la vita di un uomo si può ripercorrere, più che con le lacrime, con i sorrisi che ha saputo suscitare. È un pensiero che viene alla mente, nel giorno dell’ultimo saluto di Pierluigi Talamona, l’ultraciclista ucciso da un’auto in un incidente tra Gavirate e Cocquio Trevisago.
Una morte tragica, improvvisa, come accade ai ciclisti che sanno che le strade possono diventare mortali da un secondo all’altro, indipendentemente dalla prudenza adottata. Un ultimo atto di una vita piena, appassionata, fatta di tante relazioni.
Ed è stato bello il saluto voluto dalla famiglia, che subito ha detto che «non deve essere solo un momento triste per noi della famiglia ma anche di condivisione con chi ha avuto modo di conoscere Gigi», come lo chiamavano tutti. Così tra le mura di un vecchio circolo, sotto alle foglie di primavera dei tigli e sui tavoli in pietra, di fronte ai bicchieri di birra, si sono ritrovati gli amici che hanno condiviso anche fasi diverse della sua vita: da chi l’ha conosciuto come appassionato di moto e di viaggi estremi, a chi ha condiviso gli ultimi decenni caratterizzati dalla grande passione per la bici come strumento di viaggio, su distanze di migliaia di chilometri.
Gli amici che con lui sono stati protagonisti degli ultratrail su due ruote dicono che è stato «un’istituzione del modo di interpretare la bicicletta, con lo spirito giusto, non era secondo a nessuno e ci ha insegnato l’approccio, il modo giusto, l’eleganza dell’andare in bici in gruppo». Hanno condiviso insieme una strada lunga. Dalle colline toscane ai paesaggi estremi di Capo Nord, dalle Fiandre all’estremo confine di Turchia. O magari ci hanno pedalato insieme in uno degli eventi gravel a cui si era appassionato negli anni più recenti.

Sulla bara di Gigi c’era l’adesivo della North Cape 4000, l’ultratrail dall’Italia fino a Capo Nord. Dopo il momento al circolo di Bodio, insieme gli amici e i figli, insieme, hanno inforcato tutti la bici, per il funerale celebrato a Inarzo, il paese dove vive la famiglia.
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
GiovPio su Eseguita l’autopsia sul corpo di Domenica Russo, è attesa a Cazzago Brabbia per i funerali
PaoloFilterfree su Tre milioni e mezzo in meno per la manutenzione delle strade della provincia, Bernardoni e Torchia: “Uno schiaffo ai cittadini"
Jessica Caruso su Appello per ritrovare il coniglio nano Ade: smarrito ad Arsago Seprio
Viacolvento su Gassman: "Togliete il nome di mio padre dal teatro di Gallarate che ha ospitato i nazifascisti"
Papi57 su In consiglio comunale Guido Bonoldi difende il DG della Sette Laghi Micale e spiega le criticità
gokusayan123 su Si aspettava il tecnico delle bombole invece in casa è entrato il ladro truffatore: è successo a Malgesso
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.