“Mai complici di chi dà spazio ai neonazisti”: parte la mobilitazione dopo il summit razzista a Gallarate
L'appello invita a "lasciare deserto" il palco del Condominio e il gestore "per impedire che domani altri si prestino allo svolgimento di simili raduni". Flaco ex Punkreas: "Non si può fare finta di niente quando il razzismo viene proposto come contributo al dibattito"

Dopo il summit dell’estrema destra a Gallarate parte la mobilitazione degli artisti e del mondo della cultura: l’appello si chiama “Mai complici” ed è un invito al boicottaggio diretto verso il gestore attuale del Teatro Condominio, Melarido.
«Nella storia più volte abbiamo visto momenti in cui si sono tollerati strappi che poi sono divenuti una voragine. Crediamo che di fronte a questo non si possa fare finta di niente: se un convegno con idee apertamente razziste diventa un “contributo” al dibattito politico significa che stiamo scivolando verso qualcosa di molto pericoloso e di fronte a cui si deve reagire», dice Flaco, l’ex leader dei Punkreas che insieme ad altri si è mobilitato, dopo il weekend del vertice che ha riunito nel teatro comunale esponenti neonazisti da mezza Europa.
L’appello – lanciato per chat – nello specifico si rivolge “alle compagnie teatrali, agli artisti, agli ospiti previsti in cartellone al Teatro Condominio”, chiedendo di “disdire pubblicamente il loro impegno sia col teatro che in generale con la società Melarido srl che lo gestisce” (la società cura la programmazione anche di altri teatri tra Lombardia e Piemonte; qui la loro posizione dopo il summit). “Lasciamo che il palco rimanga deserto! Non facciamoci prendere in giro dalle bugie e dalle lacrime di coccodrillo”.

Flaco parla di «valore sanzionatorio verso chi ha dato spazio e in qualche modo giustificazione ad idee contrarie alla democrazia e che sostengono la discriminazione razziale». Una cinquantina le adesioni raccolte nei primi quattro giorni, tra cui l‘Arci provinciale di Varese e quelle di Milano e Lombardia, la Cgil provinciale varesina, l’Anpi provinciale die Varese e l’Anppia (associazione dei deportati politici), locali e circoli come il Gagarin di Busto Arsizio, il Quarto Stato di Cardano al Campo, il Bloom di Mezzago, l’agenzia Tube Agency e una trentina di adesioni individuali. «Si aderisce mandando mail a maicomplici@libero.it», continua Flaco. È stata creata anche una pagina web dedicata, maicomplici.wordpress.com.
L’indignazione verso il summit dell’estrema destra razzista ha mobilitato anche mondi diversi. Curiosamente nelle ultime ore ha iniziato a girare a Gallarate e dintorni anche una presa di posizione di un sacerdote gallaratese, don Andrea Florio.
Nel testo viene richiamata la gravità e si auspica appunto una reazione dal basso: «Sarebbe bello vedere tutte le mamme delle scuole che insieme dicono “io non ci sto” alla recita di mio figlio in quel luogo degli orrori»
Il «valore sanzionatorio» di cui parla Flaco ha uno sguardo al futuro, viene spiegato nell’appello: “Non essere complici oggi è un modo chiaro, limpido, per impedire che domani altri si prestino allo svolgimento di simili raduni, concedendo spazi a chi vorrebbe nuovamente farci sprofondare nell’orrore delle deportazioni”.
Nei giorni scorsi una prima presa di posizione era arrivata dallo scrittore Sandrone Dazieri, che si era rifiutato di tenere la sua presentazione al Condominio. L’incontro – promosso dal sistema bibliotecario pubblico cui aderisce Gallarate – era stato poi spostato alla libreria Mondadori.
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