Da peter Gomez a Wad, testimonianze contro il bullismo. Max Felicitas, “Candidarmi? Chissà”
“Oltre il visibile – No al bullismo”: dal Pirellone un appello corale contro l’indifferenza

La sala del Consiglio regionale della Lombardia ha ospitato l’evento “Oltre il visibile – No al bullismo”, un’occasione di riflessione pubblica che ha visto la partecipazione di professionisti, rappresentanti istituzionali, operatori sanitari e del mondo della comunicazione. Al centro del dibattito, la lotta a una piaga sociale ancora troppo sottovalutata: il bullismo.
A moderare l’incontro è stato il giornalista Peter Gomez direttore del Fattoquotidiano.it, che ha aperto i lavori condividendo la propria esperienza personale: «Sono stato vittima di bullismo e so bene quanto possa lasciare segni duraturi. Ancora oggi, purtroppo, è una triste piaga del nostro paese».
Tra gli interventi istituzionali, ha preso la parola il consigliere regionale avv. Luca Marrelli, sottolineando l’urgenza di un impegno politico concreto sul tema: «Siamo qui per ascoltare e portare le istanze alla commissione competente e al consiglio regionale. Parlare di bullismo significa riconoscere il dolore e impegnarsi per prevenirlo con tutti gli strumenti possibili».
Sul piano clinico e psicologico, la dott.ssa Giuseppina Secchi, medico psichiatra, ha evidenziato l’importanza dell’ambiente familiare e educativo: «Fondamentale è l’educazione e il contesto in cui crescono i nostri ragazzi». Parole a cui ha fatto eco l’avvocato Lorenzo Puglisi, da anni attivo nella tutela delle vittime di violenza domestica: «I casi di violenza in famiglia, spesso legati al bullismo, finiscono per sfociare in tragedie che non fanno più notizia, ma che meritano tutta la nostra attenzione».
Anche la psicologa Serena Fumaria ha richiamato l’importanza della denuncia: «Bisogna abbattere la paura e rompere il silenzio. Ogni abuso va riconosciuto e affrontato, nessuno deve sentirsi solo».
Tra i momenti più incisivi, l’intervento del conduttore radiofonico e televisivo Michele “Wad” Caporosso, volto noto di Radio Deejay e de Le Iene: «La violenza e il bullismo non sono prerogativa esclusiva dei giovani. Spesso è la generazione dei boomers a perpetuare dinamiche aggressive, incapace di elaborare empatia». E in chiusura, un elogio diretto: «Non so se la politica troverà una soluzione, credo più in Max Felicitas».
A chiudere l’incontro, le parole sentite di Max Felicitas, attivista e creator, protagonista di una testimonianza personale che ha toccato il pubblico: «Sono stato vittima di bullismo dagli 11 ai 19 anni. Oggi non porto rancore, vado al bar con chi mi bullizzava». Rivolgendosi poi al mondo delle istituzioni, ha sottolineato un paradosso di risorse e priorità: «Si spendono 800 miliardi in armi e solo 2 milioni per contrastare il bullismo». Alla domanda dal pubblico se stia valutando una candidatura politica, ha risposto con apertura: «Chissà, da quando porto avanti questa battaglia tanti ragazzi mi scrivono ogni giorno per chiedere aiuto».
L’iniziativa ha voluto ribadire con forza come la lotta al bullismo non sia una questione individuale, ma una responsabilità collettiva. Serve l’ascolto, serve la denuncia, servono politiche concrete. Ma soprattutto serve, come dimostrato oggi, il coraggio di parlarne.
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