“L’agricoltura a Varese non è un retaggio del passato, è il presidio per il futuro”

Domenica mattina il Centro congressi Ville Ponti ha ospitato la 75esima Assemblea di Confagricoltura, in cui si è discusso delle minacce e delle opportunità nel settore agricolo sul territorio della provincia di Varese

La 75esima assemblea di Confagricoltura Varese

Questa mattina il centro congressi Ville Ponti ha ospitato la 75ª Assemblea di Confagricoltura, in cui si è discusso delle minacce e delle opportunità nel settore agricolo sul territorio della provincia di Varese. Il titolo scelto per l’Assemblea 2025 è stato: “L’agricoltura che vogliamo nella provincia che vorremmo”.

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Fontana, Giorgetti, Gadda e Magrini alla 75esima assemblea di Confagricoltura 4 di 11

I numeri dell’agricoltura varesina

Ha introdotto l’Assemblea il presidente di Confagricoltura Varese Giacomo Brusa, il quale presentando la sua relazione ha evidenziato alcuni dati molto importanti per dare un’idea della situazione in cui si trova il settore agricolo del Varesotto: «La nostra provincia si estende su 1200 km2, di cui 550 occupati da boschi e solo 110km2 di superficie agraria utile. Gli abitanti sono 880000, di questi gli occupati totali sono 390.000 di cui circa 4000 in agricoltura. Stiamo parlando di poco più dell’1% del totale. Le imprese attive nei diversi settori sono 57.500 e di queste 195 sono imprese agricole, pari al 3% del totale».

La provincia, ha spiegato Brusa «ha prodotto nel 2023 un valore aggiunto circa di 28 miliardi di euro principalmente nel settore dei servizi, che è all’incirca il 68%, e nell’industria manifatturiera che ha il 26%, lasciando l’agricoltura solo lo 0,5% del totale con un fatturato circa di 140 milioni di euro. Sappiamo bene di non poter essere i primi attori nel territorio, ma altrettanto sappiamo bene di essere essenziali. Perché l’agricoltura è paesaggio, l’agricoltura è ambiente, è difesa del territorio ed è prima di tutto educazione alla bellezza».

Volendo cercare di rispondere alla domanda al centro dell’assemblea il presidente ha dettato le linee guida: «E’ necessaria una provincia infrastrutturata e connessa, poi deve essere recuperata la vocazione manifatturiera e artigianale e industriale del nostro territorio. Si tratta di un saper fare stratificato da decenni di un’abilità imprenditoriale che a noi varesini sembra normale, che così non è nel mondo. Per il futuro occorre una visione unitaria, seguendo la dottrina economica che evidenzia tre settori: il primario, secondario e il terziario. Tutti devono essere uniti e concordi. Primario, secondario e terziario non sono comparti separati. Sono anelli di una catena e l’agricoltura può essere il primo anello di una filiera di eccellenza. Siamo piccoli, ma abbiamo radici forti, e oggi vogliamo progettare il nostro futuro».

Le criticità: consumo di suolo e fauna selvatica

Ma possiamo immaginare, pure in condizioni non facili, un futuro della provincia senza agricoltura? La risposta è certo che no, perché l’agricoltore è il primo presidio, come dice il presidente della Provincia Marco Magrini: «Se si sta fermi, altri attori riempiono i vuoti. È un rischio che stiamo correndo: l’abbandono delle tradizionali attività ha determinato un incremento abnorme della fauna selvatica. Inoltre, questo mancato presidio ha fatto sì che i boschi si trasformassero in piazze di spaccio, con conseguente controllo del territorio da parte di bande di criminali.Ci stiamo giocando tutto, abbiamo perso 24.000 ettari agricoli, dagli anni 80 ad oggi. I suoli sono stati consumati spesso per nulla, il poco terreno rimasto è sempre più coperto da vincoli che impediscono l’attività agricola, senza riuscire ad incidere sulle dinamiche speculative.»

Sul tema centrale del “consumo di suolo” è intervenuto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana: «Regione Lombardia ha una legge che va proprio nella direzione di tutelare il consumo di suolo e che va ad invogliare la rigenerazione delle aree dismesse». Un tema toccato anche parlando di energia. Citando le nuove disposizioni  a livello europeo e  nazionale, Fontana ha detto che «Per quanto riguarda le energie sostenibili, è chiaro che in Lombardia non c’è vento, abbiamo l’idroelettrico, ma ormai non potremo incrementare in maniera sostanziale la produzione di energia idroelettrica. Occorre puntare sugli impianti fotovoltaici ed è in fase di approvazione una legge regionale, per individuare le aree idonee per impianti fotovoltaici. Cercheremo di non intaccare minimamente quelli che possono essere i terreni destinati ad attività agricole, proprio perché ci rendiamo conto che l’agricoltura è per la Lombardia in genere, e per la provincia di Varese in particolare, uno degli elementi costitutivi della nostra economia».

Fontana ha poi parlato della fauna selvatica che rovina i campi coltivati: «Stiamo combattendo con grande attenzione e con qualche difficoltà la battaglia contro la fauna selvatica, per quanto riguarda il problema dei cinghiali è doppio, perché adesso non c’è più soltanto il cinghiale che distrugge i vostri seminati, il vostro lavoro; ma c’è anche il cinghiale che sta contribuendo a diffondere la peste suina creando gravissimi problemi».

Altro tema fondamentale che stato toccato dal presidente della Regione è lo sviluppo tecnologico: «E’ un ambito fondamentale perché può contribuire a creare una maggior produzione e di maggiore qualità, cercando di rispettare gli elementi di sostenibilità con buon senso, che tutti quanti riteniamo si debba perseguire, non quella folle che l’Europa stava cercando di portare avanti».

«Grazie agli agricoltori – ha concluso Fontana – con l’auspicio che continuino a produrre prodotti di qualità, quelli che ci fanno essere unici e che ci fanno apprezzare in tutto il mondo grazie alla vostra capacità e nonostante i tentativi da più parti di mettervi in difficoltà. La Lombardia sarà sempre al vostro fianco».

Meno burocrazia e più giovani

Nella seconda parte dell’assemblea c’è stata una tavola rotonda moderata dal direttore della Prealpina Silvestro Pascarella, a cui hanno partecipato il ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, la sottosegretaria alla Agricoltura Maria Chiara Gadda e il presidente della Provincia di Varese Marco Magrini.

Giorgetti è intervenuto rispondendo alla domanda su quale può essere il ruolo dell’agricoltura nel dibattito avviato sul futuro della provincia di Varese: «Penso che l’agricoltura in provincia di Varese sia effettivamente un’attività residuale, non possiamo nasconderlo. Rispetto ad altre realtà, però, non può delocalizzare. L’imprenditore agricolo è legato alla terra e quel territorio, e diversamente da altri non può decidere di spostare l’attività dove il lavoro costa meno, motivo per cui, quando le condizioni non ci sono più smette. C’è però un certo numero di giovani che ritornano alla terra. E’ un fenomeno nuovo perché abbiamo avuto un blocco generazionale. Per vent’anni il lavoro agricolo è stato visto come qualcosa di culturalmente degradante, oggi, invece torna ad essere qualcosa di gratificante. Per una provincia che fa dello spirito imprenditoriale un elemento caratteristico del proprio Dna, il fatto che si torni a considerare la dimensione agricola è importante. Anche per questo bisogna trovare le condizioni affinché ci sia l’economicità alla gestione agricola, deve essere un’attività che garantisce un reddito».

Sulla dimensione economica un altro problema evidenziato è quello delle difficolta che devono affrontare gli agricoltori per presentare la domande e ricevere le agevolazioni tramite i bandi. Maria Chiara Gadda a riguardo ha detto: «Se i bandi sono troppo complicati, diventano inaccessibili per gli agricoltori. Se le risorse arrivano in tempi più lunghi, talvolta si può arrivare troppo tardi».

È intervenuto in collegamento il presidente di Confagricoltura nazionale Massimiliano Giansanti, che si è concentrato sul tema dell’agricoltura come settore inserito all’interno del mercato globale: «Gli imprenditori di Varese devono essere competitivi nello scenario generale, quindi certamente la qualità aiuta, la qualità come qualcosa che permetta a tutti noi di stare meglio sul mercato, ma non possiamo non considerare i costi di produzione e sui costi di produzione dobbiamo lavorare con piani che possano permettere ai nostri agricoltori di essere competitivi.» Sulle scelte fatte dall’Europa Giansanti ha annunciato una nuova iniziativa: «Annuncio che dal 20 maggio inizieremo con un sit-in, che non è una protesta ma è un modo per far sentire la nostra voce. Poi se necessario, saremo pronti a portare i nostri lavoratori in protesta a Bruxelles. Oggi, più che mai i giochi si fanno a lì e abbiamo il privilegio in questo momento di presiedere l’organizzazione europea degli agricoltori.»

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Pubblicato il 04 Maggio 2025
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