“Faccio il filmmaker e sono felice”, Dario Tubaldo racconta le sue avventure a Materia
Lunedì 19 maggio il filmmaker ha condiviso le sue avventure estreme, tra deserti remoti e salite in bikepacking, ispirando il pubblico con storie di viaggio e passione per il racconto. A condurre giornalista Michele Mancino

Esperienze, adrenalina, paura, forza: lunedì 19 maggio Materia ha ospitato una serata con il filmmaker e regista Dario Tubaldo, un appuntamento cui si è parlato di esperienze estreme e passioni. A condurre il giornalista di VareseNews Michele Mancino.
Uno zaino, telecamera e drone è tutto ciò che è servito a Tubaldo per percorrere 800 chilometri in bikepacking tra i paesaggi glaciali dell’Islanda e documentare imprese sportive estreme in Iran. Con l’ausilio di mappe, strumenti e intuizioni, ha mostrato come ogni avventura inizia ben prima della partenza, sottolineando l’importanza dell’ascolto e della preparazione nel processo creativo.
«Come succede sempre in montagna si cercano persone del posto o che ci sono già state, perché sanno darti le dritte giuste. Poi è molto importante anche la creatività. Io dico sempre che sono partito a fare i video dei matrimoni e quella giornata di improvvisazione pura mi aiuta poi anche in queste situazioni» ha sottolineato Tubaldo.
Tutto è nato per puro caso, nel 2009 ha fondato un’associazione sportiva con alcuni amici in cui si organizzava un weeekend al mese particolare: «In quel caso ad ogni evento facevo dei video, poi ho iniziato a contattare dei brand e da lì sono partito prima per la Val di Fassa è così via».
Durante la serata, il regista ha condiviso non solo le sfide tecniche affrontate durante le sue spedizioni, ma anche le emozioni e le storie umane incontrate lungo il cammino. Il suo approccio, che combina l’uso di droni e videocamere con una profonda sensibilità narrativa, ha offerto a tutti i presenti una nuova prospettiva sul modo di raccontare e soprattutto vivere il mondo.
Vivere il mondo significa anche saper accettare le sfide e soprattutto accettare che non sempre va come previsto. È il caso del viaggio in Turchia: «Siamo arrivati tre giorni prima per delle riprese di contorno, siamo scesi insieme allo sportivo e la mattina abbiamo trovato solo nebbia, togliendo così la possibilità di arrivare in cima. Siamo stati via sette giorni senza portare a casa nulla» ha concluso Dario.
Ma il bello di viaggiare è anche questo.
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