«Inclusione per prevenire il crimine», il prefetto Pasquariello al festival “Costruire ponti” di Lozza
«Chi vive qui non deve sentirsi emarginato», il festival dell’intercultura diventa occasione di confronto sui temi della coesione sociale e della sicurezza

È ufficialmente iniziato a Lozza il festival dell’intercultura, intitolato «Costruire ponti», una settimana di eventi, riflessioni e dialoghi pensata per promuovere una cultura della Pace e dell’incontro tra differenze. L’iniziativa rappresenta una tappa fondamentale del percorso avviato un anno fa dall’amministrazione comunale, con l’ambizione dichiarata di fare della comunità lozzese un laboratorio civico di relazioni autentiche e solidarietà sociale.
«In un tempo in cui la parola “guerra” è tornata ad abitare i nostri notiziari e le nostre conversazioni quotidiane si fanno spesso aspre e conflittuali – ha commentato il sindaco Matteo Acchini – abbiamo sentito il bisogno di riportare al centro il valore della convivenza pacifica. “Costruire ponti” non è solo un titolo, è una responsabilità collettiva».
Ad aprire ufficialmente il festival è stato il vicesindaco Luca Lanfranchi, principale promotore del progetto, che nel suo intervento ha sottolineato: «Il titolo “Costruire ponti” esprime il desiderio di creare connessioni tra persone, storie e visioni del mondo, superando barriere culturali e generazionali. L’intercultura è una pratica quotidiana di dialogo e risignificazione identitaria».

All’inaugurazione hanno partecipato anche il prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello, che ha valorizzato l’iniziativa come segnale positivo per l’intera provincia, e il consigliere regionale Giuseppe Licata, che ha parlato del festival come di un esempio virtuoso da replicare: «La paura del diverso va contrastata: ogni investimento nella cultura è anche un investimento in sicurezza».
Il prefetto Pasquariello, facendo eco alla sua esperienza a Brescia, ha inoltre ribadito l’importanza dell’inclusione come strumento di prevenzione: «Stiamo facendo di tutto perché chi delinque venga espulso, ma il primo obiettivo è far sì che chi vive qui non si senta mai tanto emarginato da delinquere».
Il programma del festival coinvolge numerose associazioni del territorio e si articola in incontri, laboratori per bambini, proiezioni e momenti di festa, aperti a tutta la cittadinanza.
L’obiettivo, come spiegato dal sindaco Acchini, è quello di «coltivare una comunità coesa, consapevole, capace di abitare il proprio tempo con responsabilità. L’intercultura non è una teoria, è un modo di vivere e di stare al mondo».
«Vivete bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi», ha ricordato l’Amministrazione citando Papa Leone XIII. Ed è proprio da qui che Lozza vuole ripartire: da un’educazione al bene comune che passa dalla conoscenza reciproca e dalla fiducia, nella convinzione – conclude il sindaco – che «una comunità si costruisce solo se si impara a camminare insieme, ascoltandosi e riconoscendosi nella diversità».
“Costruire Ponti”: al via a Lozza il nuovo Festival dell’Intercultura
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