Michaud: «Così i nuovi rischi possono mettere in ginocchio le imprese»

Al convegno Confapi, l’esperto di rischio Massimo Michaud (Cineas) avverte: guerre, crisi energetiche e attacchi informatici cambiano lo scenario. «Le Pmi spesso non sanno come proteggersi: servono dati e polizze davvero utili»

Confapi

Massimo Michaud, presidente del consorzio Cineas, ente senza fini di lucro che si occupa di contribuire a diffondere la cultura del rischio, è intervenuto al convegno organizzato da Confapi sui temi ESG, sostenibilità e gestione del rischio.
Michaud ha chiarito fin da subito che non c’e solo il rischio d’impresa in senso stretto, ma si parla sempre di più di rischi sistemici, esterni, spesso imprevedibili.  «Per anni ho lavorato in ambito assicurativo in Belgio e in Italia — ha ricordato il presidente di Cineas — ma oggi l’assicurazione è solo una delle modalità per affrontare i rischi. Serve una visione più ampia».

IL CONTESTO GLOBALE È MUTATO

Secondo Michaud, il contesto globale in cui si muovono le imprese è profondamente mutato: «Pandemia, inflazione, guerre, rottura delle catene di fornitura, volatilità dei prezzi dell’energia: un giorno il gas costa 10, il giorno dopo 50, poi 180 e di nuovo 30. È impossibile pianificare senza una certa stabilità. L’attività d’impresa richiede un quadro prevedibile, ma oggi il rischio deriva da fattori esterni spesso fuori controllo».

IL RISCHIO ESISTENZIALE

Di fronte a questi scenari, il concetto di “rischio esistenziale” diventa centrale: «Ogni impresa deve individuare quali sono i rischi che possono metterne a repentaglio la sopravvivenza». Non sempre però l’assicurazione è la risposta automatica. «Gestire il rischio non significa automaticamente assicurarsi», ha chiarito Michaud. Molte polizze coprono eventi marginali, ma costosi, come la rottura di un vetro d’ufficio: «Sono costi che l’impresa può affrontare autonomamente, mentre paga premi alti per coperture che restituiscono poco. Diverso il discorso per gli eventi gravi e sistemici: qui l’assicurazione può davvero fare la differenza».

Michaud ha citato esempi di polizze spesso trascurate ma strategiche per la governance aziendale: dalle D&O  (Directors & Officers, polizze che proteggono il patrimonio personale di amministratori, dirigenti e membri degli organi di gestione di un’azienda) , che proteggono gli amministratori da cause legali, alla TCM (temporanea caso morte), utile in caso di successioni complesse per evitare la vendita forzata delle quote societarie. O ancora, le coperture per danni indiretti legati all’interruzione dell’attività a causa di eventi esterni.

SERVONO I DATI

Non mancano però gli ostacoli per le Pmi italiane: «L’80-90% delle imprese vorrebbe coperture più adeguate, ma si scontra con questionari troppo complessi e richieste informative spesso impossibili da soddisfare. Né il broker né l’impresa sanno come rispondere».
In questo contesto, il ruolo delle associazioni di categoria potrebbe essere decisivo: «Raccogliere i dati in modo sistematico e metterli a disposizione del mercato potrebbe facilitare l’accesso alle coperture, alleggerendo gli oneri informativi sulle singole imprese».

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Massimo Michaud

LA CYBER SICUREZZA

Particolarmente delicata la questione del rischio cyber, che secondo Michaud sta assumendo proporzioni enormi: «Il ransomware (malware che, una volta infettato un dispositivo, cifra i dati rendendoli inaccessibili alla vittima, a cui vien chiesto un riscatto ndr) è ormai diffusissimo. Alcune compagnie offrono polizze che includono interventi rapidi in caso di attacco: consulenza legale, comunicazione pubblica, gestione della privacy. Sono strumenti che permettono di ridurre l’impatto economico e reputazionale di un attacco, grazie alla mutualizzazione del rischio. Ma non sostituiscono la necessità di solide misure preventive di sicurezza informatica».

LA QUALITÀ DELLA POLIZZA

Un ultimo richiamo Michaud lo ha riservato alla qualità delle polizze: «Non basta confrontare i prezzi. Tutte le polizze hanno vizi e limitazioni. Ci sono prodotti validi e altri che offrono garanzie deboli o parziali. Serve un’analisi attenta delle clausole e delle esclusioni, anche sfruttando strumenti comparativi che oggi la tecnologia rende disponibili».

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Michele Mancino
michele.mancino@varesenews.it

Il lettore merita rispetto. Ecco perché racconto i fatti usando un linguaggio democratico, non mi innamoro delle parole, studio tanto e chiedo scusa quando sbaglio.

Pubblicato il 19 Giugno 2025
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