Ricarica auto elettrica: quanto costa davvero e come ottimizzarla
Una ricarica domestica effettuata in fascia notturna, per esempio, può costare meno della metà rispetto a una ricarica rapida in corrente continua presso una colonnina pubblica

Il costo per ricaricare un’auto elettrica varia a seconda di dove, come e quando si effettua la ricarica. A causare variazioni, anche importanti, nella spesa complessiva per chilometro percorso sono le differenze tra uso domestico e rete pubblica, tra corrente alternata e continua e, infine, tra fasce orarie e potenza disponibile.
Una ricarica domestica effettuata in fascia notturna, per esempio, può costare meno della metà rispetto a una ricarica rapida in corrente continua presso una colonnina pubblica. Ma non è solo una questione di tariffa: bisogna considerare anche la capacità della batteria, l’efficienza del veicolo, l’infrastruttura utilizzata e gli strumenti digitali con cui si pianifica e gestisce la ricarica.
Vista la complessità, sempre più consumatori scelgono di sfruttare il pagamento della ricarica tramite app, uno strumento comodissimo, che si trasforma anche in una soluzione per monitorare, confrontare, ottimizzare e risparmiare. Vediamo in che modo.
La ricarica domestica: vantaggi e limiti economici
Ricaricare l’auto a casa è, in genere, la soluzione più economica sul lungo periodo. Il costo dipende dalla tariffa elettrica applicata, dalla potenza disponibile e dalla fascia oraria. In media, considerando una tariffa domestica di circa 0,25 €/kWh e un consumo dell’auto di 15 kWh/100 km, il costo per percorrere 100 km si aggira intorno ai 3,75 euro.
Certo, i costi aumentano in presenza di condizioni poco favorevoli, come un contratto elettrico poco flessibile o non aggiornato alle proprie esigenze di ricarica. In questi casi è meglio optare per una tariffa specifica per la mobilità elettrica, da abbinare, magari, all’installazione di una wallbox per gestire in modo più efficiente la ricarica rispetto alla semplice presa domestica.
Anche il tempo, infine, va considerato. Una ricarica completa in casa richiede diverse ore, quindi per chi ha abitudini regolari e rientra ogni sera con tempo sufficiente per ricaricare durante la notte, questo limite diventa irrilevante. Ma per chi ha ritmi di vita meno ripetitivi o percorre lunghe tratte, può esser necessario integrare anche soluzioni pubbliche.
Le colonnine pubbliche: costi variabili e logiche tariffarie
Le colonnine pubbliche sono perfette per tutti, specialmente per chi non ha un box privato. I costi, però, sono decisamente variabili, quindi bisogna organizzarsi. In generale le ricariche in corrente alternata (AC) sono più economiche, ma più lente. Quelle in corrente continua (DC) sono rapide, ma costano di più.
In media una ricarica pubblica in AC può costare tra 0,45 e 0,65 €/kWh. Per le ricariche DC rapide, si può arrivare anche oltre 0,80 €/kWh. Questo significa che per percorrere 100 km con una ricarica pubblica veloce, il costo può superare i 12 euro.
Molte infrastrutture applicano tariffe differenziate anche in base al tempo di occupazione della presa, con sovrapprezzi dopo un certo numero di minuti.
Ottimizzare la spesa grazie agli strumenti digitali
Le app dedicate alla ricarica permettono oggi di monitorare i prezzi, verificare la disponibilità in tempo reale delle colonnine, confrontare tariffe e pianificare le soste in funzione del risparmio. Alcune permettono il pagamento diretto e sicuro della ricarica tramite app, ma anche una visione aggregata dei propri consumi, dello storico delle ricariche e dell’ottimizzazione energetica complessiva.
Questo tipo di gestione è perfetto per contenere i costi e gestirli nel lungo periodo, senza contare che permette di sapere in anticipo se una colonnina è libera, se applica tariffe flat o variabili in base alla fascia oraria, se prevede costi aggiuntivi per la sosta prolungata e così via…Il costo dell’auto elettrica, in conclusione, si può gestire senza stress e, grazie alle nuove tecnologie, anche con un certo margine di ottimizzazione.
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