Riciclo tessile, filiera riunita: a Malpensafiere il punto sul futuro dell’economia circolare
Aziende, enti pubblici, centri di ricerca, esperti e associazioni insieme per Ecotess. Il progetto sperimentale mostra che il riuso degli scarti è possibile, ma servono continuità, risorse e un mercato pronto ad accogliere i materiali riciclati

Un’intera filiera riunita attorno allo stesso tavolo: aziende manifatturiere, enti pubblici, centri di ricerca, cooperative sociali, stakeholder istituzionali, esperti di sostenibilità e associazioni. La fotografia dei presenti scattata al convegno di giovedì 26 giugno a Malpensafiere, dove si è discusso del futuro del riciclo tessile, è significativa almeno quanto i risultati del progetto presentato, ovvero Ecotess.
LA SFIDA PIÙ IMPORTANTE
A Malpensafiere è stata lanciata una delle sfide più complesse e urgenti della transizione ecologica: chiudere il ciclo del tessile, dal pre-consumo agli scarti domestici, con soluzioni tecnicamente efficaci e sostenibili nel tempo. L’iniziativa, promossa da Associazione Ambiente e Lavoro e Legambiente Lombardia con il sostegno di Fondazione Cariplo e della Camera di Commercio di Varese, ha coinvolto in 18 mesi una rete di attori territoriali: undici aziende, due comuni, Malnate e Vergiate, cooperative sociali e Centrocot per sperimentare percorsi di recupero e riutilizzo degli scarti tessili prima e dopo il consumo. Il progetto ha raccolto oltre 210 kg di materiale tessile, trattato mediante tecnologie di selezione, come la spettroscopia NIR, e trasformato in nuovi prodotti destinati alla bioedilizia e all’arredo. Pannelli morbidi e ignifughi sono stati ottenuti da fibre naturali, mentre quelli rigidi e multifunzionali derivano da fibre sintetiche o miste.
UN CONTESTO FAVOREVOLE
Il contesto territoriale ha giocato un ruolo rilevante. La provincia di Varese, con le sue circa 1.800 imprese del settore tessile-abbigliamento-calzaturiero, rappresenta un importante polo del settore, con un export nel 2023 di 970 milioni di euro. La filiera, storicamente radicata, dimostra così una capacità concreta di innovazione e transizione verso modelli produttivi più sostenibili.
Mauro Vitiello (foto sopra), presidente della Camera di Commercio di Varese, ha evidenziato l’importanza del progetto come espressione di una strategia di sviluppo sostenibile per il territorio: «Ecotess è un esempio concreto di circolarità applicata, con ricadute economiche e ambientali tangibili».
L’iniziativa si integra infatti nel programma SustainHUBility, che l’ente camerale promuove a supporto della transizione ecologica delle imprese.
EFFETTO ECO
Carlo Massironi, in rappresentanza della Fondazione Cariplo, ha ricordato che il progetto nasce nell’ambito del bando Effetto Eco, sottolineando la centralità dell’ambiente tra le aree d’intervento della Fondazione. Ha illustrato alcuni numeri: dal 2021 a oggi, 45 progetti sostenuti nel settore ambientale, 2,37 milioni di euro stanziati, 5300 cittadini coinvolti. «Una realtà importante non solo in Lombardia, ma tra le prime in Europa», ha precisato.
Moderatore del convegno, è stato il giornalista Emanuele Bompan, direttore di Materia Rinnovabile, che ha ricordato come, rispetto a dieci anni fa, la tecnologia e l’approccio al riciclo nel tessile abbiano fatto enormi passi avanti. Ecotess, ha detto, è «un progetto scalabile e replicabile, che può fungere da leva di innovazione per l’intera filiera».

UN MERCATO DI SBOCCO
Wolfango Pirelli (Associazione Ambiente e Lavoro), capofila del progetto, ha ricordato che Ecotess è nato con l’obiettivo di costruire una rete stabile tra soggetti pubblici, privati e del terzo settore, per sviluppare soluzioni di economia circolare applicabili nel tempo. Ha sottolineato il ruolo chiave del Centrocot, le potenzialità della tecnologia utilizzata e la necessità di guardare oltre la fase sperimentale: «Abbiamo bisogno di un mercato che accolga i materiali riciclati, altrimenti il rischio è che i risultati ottenuti restino isolati».
A fare il punto sulla situazione attuale della raccolta dei rifiuti tessili è stato Alessandro Ghioni di Legambiente: solo il 27% dei rifiuti tessili viene oggi differenziato nell’Unione Europea e in Lombardia un milione di cittadini non ha accesso a raccolta dedicata. «È necessario costruire un sistema di raccolta più capillare e formare tecnici e amministrazioni locali. Solo così potremo arrivare a un’economia circolare vera, che includa anche il post-consumo».
C’È ANCHE L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Il contributo tecnico di Ecotess è stato approfondito da Claudio Brugnoni, responsabile ricerca e innovazione di Centrocot, che ha illustrato le tecnologie utilizzate nel progetto. La campionatura è stata fatta con la spettroscopia NIR, una spettroscopia del vicino infrarosso già nota da tempo ma resa innovativa grazie agli algoritmi e all’intelligenza artificiale che consentono di creare dei modelli matematici molto potenti. «Con 53 campioni – ha spiegato Brugnoni – noi siamo in grado di riconoscere in un sacco ignoto tutte le fibre che contengono più dell’ 85% di cotone».
Gli scarti sono stati classificati e inseriti in una banca dati. Con quelli pre-consumo forniti dalle 11 aziende coinvolte e quelli post-consumo, raccolti nei comuni di Malnate e Vergiate, sono stati realizzati pannelli per l’arredo, alcuni con proprietà antifiamma, altri rigidi grazie a miscele termoplastiche. Il laboratorio MultiLab ha curato anche la parte formativa, coinvolgendo i tecnici delle amministrazioni.
IL RUOLO DELLE IMPRESE
A rappresentare le undici imprese coinvolte in Ecotess, Daniela Ferroni, responsabile R&D e sostenibilità della Grassi spa – a Malpensafiere era presente anche Simone Grassi quarta generazione in azienda. Dopo aver ricordato il lungo impegno dell’azienda sul fronte dell’innovazione sostenibile, la manager ha puntualizzato che il valore della sfida coinvolge l’intera comunità.
«Fino ad oggi, come credo tutte le aziende che hanno partecipato al progetto, ci siamo concentrati su ciò che accade all’interno dei nostri confini: ottimizzare i consumi, ridurre i rifiuti, ottenere certificazioni per dimostrare il nostro impegno su sostenibilità e innovazione. Ma oggi questo non basta più».
Le normative europee rappresentano un forte stimolo all’innovazione e i progetti come Ecotess diventano strategici sul fronte della formazione perché sono uno spazio dove le imprese possono sperimentare. «Questi progetti ci insegnano che è necessario lavorare insieme, condividere linguaggi e obiettivi – ha sottolineato Ferroni – per costruire soluzioni che abbiano un reale valore, non solo ambientale e prestazionale, ma anche commerciale. L’economia deve generare business e perché ciò accada è indispensabile coinvolgere anche i clienti e i consumatori finali, affinché comprendano e riconoscano il valore di un prodotto sostenibile. Altrimenti diventa difficile per le aziende investire con convinzione in questa direzione».
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