Cani e tassì a Sirmione, la gita sul Garda di una varesina diventa Odissea
Un viaggio di sola andata, partiti da Peschiera col cane. Ma al momento del ritorno l'amara sorpresa: nessuna auto pubblica disponibile a riportare il cane a destinazione. Così la turista si è ingegnata. Cronaca di una giornata da dimenticare
«Egregi signori, con la presente siamo a raccontare quanto accaduto durante la nostra esperienza presso la Vostra città». Comincia così la lettera di una varesina che vuol far pervenire la critica ai servizi di trasporto ricevuti a Sirmione, ridente localoità sul lago di Garda.
«Impossibile non apprezzare l’ordine, la cura e la pulizia che regnano sovrani. Ci siamo recati sul Lago di Garda, nello specifico a Peschiera del Garda perché vi è una spiaggia, sicuramente a voi nota, trattasi della Bracco Baldo Beach; ciò denota un ambiente pet-friendly. Forse non siamo maghi della geografia, ma basta aprire una qualsiasi mappa per notare che le distanze tra Peschiera e Sirmione sono minime. Non tutti devono sposare la medesima filosofia, siamo d’accordo, è però assurdo che a distanza di così pochi chilometri ci sia una così grande discriminazione verso i possessori di animali da compagnia, trattasi di cani. Non cavalli. Consapevoli del fatto che i tassisti non abbiano l’obbligo di trasportare i nostri amici a quattro zampe, eccezion fatta per cani guida, andiamo a raccontare quanto accaduto. A seguire questo lungo preambolo, segnaliamo quanto è accaduto.
Un sabato di luglio abbiamo visitato la Vostra bella ed etica città. Per recarci da Peschiera a Sirmione il servizio di tassì contattato non ha riscontrato alcun problema nel trasporto della nostra amica quadrupede; bensì problema si è posto al momento del rientro quando abbiamo contattato la centrale del radiotaxi di Sirmione per rientrare in hotel. A Peschiera. 10 km circa, stando a Google Maps. Ecco il vero inizio dell’Odissea: a Sirmione i tassì non accettano cani. Chiediamo delucidazioni. Ci viene risposto che non ne trasportano in quanto non ne hanno obbligo e al fine di prevenire reazioni allergiche. Fortunatamente le unità cinofile della protezione civile non badano alla reazione allergica, ma a salvare vite. Altrimenti saremmo rovinati. Al di là di questa digressione, sorge spontaneo chiedere: un cane guida non è pur sempre un cane che può perdere pelo e far insorgere reazioni avverse? Risponderete: certo, ma in determinate circostanze è inevitabile. Siamo amanti degli animali nonché persone estremamente coerenti: sale un cane, salgono tutti.
Tornando alla disavventura possiamo, con serenità, riconoscere che un tassista demandava al collega successivo il trasporto di cinque adulti e un cane di taglia media (un dettaglio a dir poco fondamentale, per loro). Durante i ripetuti solleciti per ottenere un’auto disponibile al trasporto di Luna (la vera protagonista della vicenda), che non si è mai tramutata in essere mitologico, è sempre stata garantita la possibilità di inviare una vettura autorizzata al trasporto.
E dall’Odissea di Omero, passiamo in men che non si dica al capolavoro di Samuel Beckett: Waiting for Godot (Aspettando Godot): dopo ore di attesa la famigerata auto non si è mai palesata! Dopo attimi di panico durante i quali abbiamo temuto di soggiornare sulla panchina antistante il castello di Sirmione (impreziosendolo), decidiamo di aggirare l’ostacolo chiamando nuovamente la stessa compagnia di tassì per garantire il ritorno di almeno alcuni di noi, eccetto il cane (ça va sans dire), ma con un numero di cellulare differente, altrimenti non avrebbero accettato la chiamata, al fine di poter raggiungere il nostro alloggio e prendere la nostra auto per farvi ritorno, con il passeggero tanto discriminato. Sicuramente c’è chi penserà che saremmo potuti tornare a piedi. È vero. Avrei potuto io, con i miei problemi di deambulazione protratta, così come i vari tassisti impiegati nel solo trasporto di utenti allergici al pelo del cane. Ringraziando per l’attenzione, così salutiamo cordialmente: “a non rivederci, Sirmione!”
lettera firmata
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