In provincia di Varese il terziario frena ma continua a creare lavoro
Nel 2024 imprese in calo in commercio e turismo, ma l’occupazione tiene grazie ai servizi. Il "General report 2025, il terziario in provincia di Varese" è realizzato da Spazio Indagine Varese su richiesta degli Enti Bilaterali della provincia di Varese

Nel 2024 il settore terziario della provincia di Varese ha vissuto un anno a due velocità. Da un lato, ha mantenuto un ruolo centrale nell’economia locale, con 50.841 attività registrate, pari al 7% del totale lombardo. La nostra provincia si conferma così la quinta per dimensioni del comparto terziario, dopo Milano, Brescia, Bergamo e Monza Brianza.
Dall’altro lato, però, si registra una leggera flessione rispetto al 2023: 356 imprese in meno, pari a un calo dello 0,7%.
SOFFRONO LE IMPRESE INDIVIDUALI
A subire la contrazione più forte sono state le imprese individuali (-2,9%) e le società di persone (-2,6%), mentre le società di capitali crescono del 3%. A livello anagrafico e demografico, le perdite più marcate si concentrano tra imprenditori uomini, italiani e nella fascia d’età 30-49 anni. Anche i giovani under 30 sono in calo per il terzo anno consecutivo, mentre gli imprenditori stranieri, per la prima volta in dieci anni, fanno segnare un lieve bilancio negativo.
Le zone più colpite risultano essere Gallarate-Malpensa, l’area varesina e quella saronnese. Tuttavia, nonostante il calo del numero di imprese, l’occupazione mostra segnali positivi. I dati registrano 104.664 avviamenti contro 100.592 cessazioni, con un saldo netto di 4.072 nuovi posti di lavoro. A trainare questo risultato sono soprattutto i servizi, che segnano un incremento di 2.666 occupati, seguiti dal commercio (+791) e dal turismo (+615).
I giovani under 30 sono la fascia più coinvolta, con una netta prevalenza di contratti a termine rispetto a quelli stabili. Nel commercio, il 2024 è stato segnato dal peggior calo dell’era post-pandemica: 17.442 unità locali attive, in calo del 3,4%. Tutte le principali categorie merceologiche hanno mostrato segnali negativi, in particolare il tessile-abbigliamento, l’automotive e l’alimentare. Nessun distretto del territorio ha evidenziato segnali di crescita, mentre l’unico dato in controtendenza è quello del commercio online, in aumento del 3%.
Nonostante la crisi imprenditoriale, il commercio ha registrato un saldo occupazionale positivo. Il dettaglio ha assorbito la maggior parte dei nuovi lavoratori, soprattutto giovani con contratti a termine.
I SETTORI PIÙ DINAMICI
I settori con maggiore dinamismo sono stati quelli dell’alimentare – in particolare i supermercati – e degli autoveicoli, dove spiccano le attività di carrozzeria. Anche il comparto turistico ha vissuto un anno difficile dal punto di vista imprenditoriale. Dopo due anni di lievi cali, il 2024 ha segnato una riduzione dell’1,8%, con 106 attività in meno. La ristorazione ha subito la contrazione più importante, in particolare i bar ed esercizi senza cucina (-5,3%). In controtendenza, invece, il sistema di accoglienza, cresciuto del 6,8% grazie all’espansione di B&B, affittacamere e ostelli.
TURISMO IN EVIDENZA
Sul fronte dell’occupazione, il turismo conferma un saldo positivo: +615 posti di lavoro, generati principalmente dalla ristorazione (+482) e dalle strutture ricettive (+111). Il lavoro stagionale e a tempo determinato domina anche in questo settore, dove i giovani risultano ancora una volta protagonisti. Da segnalare, inoltre, l’ottima performance dei flussi turistici: gli arrivi superano quota 1,59 milioni (+14,7%) e le presenze raggiungono quasi 2,9 milioni (+16,2%), grazie soprattutto ai turisti stranieri. Crescono anche gli indicatori alberghieri, con un aumento del prezzo medio delle camere e della redditività per camera disponibile. Il comparto dei servizi rappresenta l’unica vera nota positiva dell’anno. Le unità locali attive crescono dell’1,3%, raggiungendo le 27.574, più della metà del terziario provinciale.
IN AUMENTO I SERVIZI ALLA PERSONA
L’espansione è trasversale: aumentano i servizi alla persona, quelli misti e quelli alle imprese. In particolare, il terziario avanzato fornisce il contributo più rilevante, mentre il settore dell’istruzione segna l’incremento percentuale più elevato. L’unica eccezione negativa è la logistica, in calo dell’1,8%, trainata dal crollo del trasporto merci su strada. Anche sul fronte occupazionale, i servizi mostrano la performance più brillante: +2.666 posti. I contributi maggiori arrivano dai servizi alla persona (+1.423), dalla sanità, dall’istruzione e dalla logistica stessa, che, nonostante le difficoltà imprenditoriali, continua a generare occupazione.
Le zone più dinamiche risultano: Gallarate-Malpensa, Area Varesina e Area Saronnese. Il bilancio complessivo evidenzia un anno di transizione per il terziario varesino. La crisi imprenditoriale, particolarmente acuta nel commercio e nel turismo, è stata controbilanciata da una tenuta occupazionale solida, trainata dai servizi e dalla spinta delle nuove generazioni.
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