Sale la pressione fiscale sui nuovi frontalieri per la doppia imposizione. La Regione convoca i sindacati sulla tassa della salute

Per la prima volta, i frontalieri assunti dopo metà luglio 2023 sono stati sottoposti a doppia tassazione concorrente e devono sborsare contemporaneamente anticipo e conguaglio

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Un salasso sì ma atteso. I nuovi frontalieri, quelli con contratto in aziende svizzere dopo il 17 luglio 2023, quest’anno, per la prima volta, sono stati soggetti a doppia imposizione: « È ancora presto per avere un’idea precisa della situazione, ma è chiaro che la tassazione italiana si è fatta sentire» il commento di Giuseppe Augurusa, responsabile nazionale dei frontalieri per la CGIL.

«Era noto che la tassazione concorrente e il sistema fiscale per fasce di reddito italiano impongono un esborso maggiore. Per questo che, in fase di dibattito, avevamo chiesto di elevare la franchigia da 7.500 a 10.000 franchi. Inoltre, va considerato che ora questi lavoratori possono portare in deduzione le voci di spesa che gli altri vecchi frontalieri non possono detrarre».

In base all’accordo tra Italia e Svizzera, i nuovi frontalieri sono sottoposti a una tassazione concorrente: la trattenuta in busta paga equivale all’80% di quanto dovuto e il restante 20% viene calcolato in base al sistema fiscale italiano.

Quanto paga un lavoratore con un reddito annuo di 25.000 franchi?

In linea generale e ipotetica, un lavoratore sposato con due figli, che rientra ogni giorno in Italia, e con un reddito annuo di 25.000 franchi dovrebbe pagare 2.073 euro di cui 216 come acconto a giugno e 1.620 come saldo a novembre. Lo stesso lavoratore senza figli pagherà 2.487  euro di cui 198,86 di acconto e 1492,2 a saldo.

« Quest’anno i lavoratori sono chiamati a sborsare anticipo e conguaglio insieme, mentre dal prossimo anno verseranno in tempi diversi» spiega ancora Augurusa.

Per i vecchi frontalieri rimane sospesa la tassa sulla salute introdotta con la Finanziaria 2024 ma mai di fatto applicata: «Il prossimo 22 luglio Regione Lombardia ha convocato i sindacati proprio su questa disposizione. Vediamo cosa ci dirà. Se vorranno proseguire noi siamo pronti a rivolgerci alla Corte Costituzionale perchè così come presentata è una tassazione vera e propria per cui viola il dispositivo costituzionale. Vedremo se vorranno confrontarsi su altri piani, proponendo idee alternative».

Alessandra Toni
alessandra.toni@varesenews.it

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Pubblicato il 05 Luglio 2025
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