Da Venezia a Santa Maria di Leuca: il viaggio del morazzonese Raffaele, mille chilometri in bici

Domenica 10 agosto il ciclista di Morazzone è partito da Venezia, martedì mattina ha raggiunto Santa Maria di Leuca dopo 1040 chilometri in sella, con brevi soste e tanta determinazione

Raffaele delle Fratte - Da Venezia a Santa Maria di Leuca

Un uomo, una bici e la strada lungo il Mar Adriatico. Così Raffaele Dalle Fratte, 35enne residente a Tradate ma originario di Morazzone, ha deciso di riempire due giorni di agosto, quelli nelle giornate di San Lorenzo: mille chilometri in sella, da Venezia a Santa Maria di Leuca, seguendo la costa e pedalando senza quasi mai fermarsi, se non per lo stretto necessario.

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Raffale è partito domenica 10 agosto alle 10.30 del mattino e martedì 12, alle 9, ha raggiunto il capo estremo della Puglia, con il mare Jonio e l’Adriatico a fare da cornice alla sua impresa.

«Mi piaceva l’idea di arrivare a una cifra tonda», racconta. L’anno scorso aveva già sperimentato un viaggio lungo, 700 chilometri tra i laghi del Nord, Como e Garda, sempre in estate. Stavolta ha alzato l’asticella percorrendo una linea retta verso sud, il più lineare possibile, dall’alto della Laguna Veneta fino al lembo d’Italia che guarda la Grecia, nella città che accoglie il Santuario di Santa Maria de Finibus Terrae.

Mille chilometri, 37 ore di pedalata praticamente senza pause

A sentir parlare Raffaele la sua impresa sembra quasi semplice: «Ho pedalato tutto il tempo, tranne brevi soste per riempire le due borracce o mangiare i panini che mi ero preparato. Mi piace fare questi viaggi così, non stop, senza grandi pause». In totale, 37 ore di pedalata. Giorno e notte, con i fari accesi sulla bici, i tratti illuminati delle città costiere e i bui silenzi della statale che scorre accanto al mare.

Il tempo per qualche foto c’è stato, “quelle essenziali”, dice lui, ma il senso del viaggio non stava nella contemplazione. Era piuttosto un ritmo da mantenere, una sfida con se stesso di quelle che solo lo sport sa lanciare. Chilometro dopo chilometro, con il sud che diventava sempre più vicino.

Una decisione presa in poche settimane

Il progetto di fare i 1000 chilometri non è nato all’improvviso, ma la scelta dell’itinerario sì. «L’idea ce l’avevo già dall’inverno, ma solo due o tre settimane prima ho deciso per l’Adriatica. Volevo un percorso lineare e mi piaceva l’idea di partire dal Nord per arrivare fino al Sud. Potevo pensare a un anello o a un altro tipo di itinerario, invece così aveva un senso preciso: attraversare l’Italia in linea retta, da Venezia a Leuca».

I dettagli organizzativi, invece, sono arrivati all’ultimo: dove fermarsi per ricaricare l’acqua, come gestire i momenti di alimentazione, quali tratti affrontare di giorno e quali di notte. Non c’è stato molto margine per l’improvvisazione: quando si pedala per quasi 40 ore di fila, ogni pausa va pensata.

Sport come stile di vita

Raffaele non è nuovo a esperienze di resistenza sportiva. Oltre alla bici, pratica scialpinismo, arrampicata, alpinismo. È uno di quegli sportivi che amano misurarsi con i propri limiti, senza la necessità di un pettorale di gara. «Mi piace spingermi un po’ più in là, vedere cosa riesco a fare. Non sono legato a società o associazioni, lo faccio per me stesso, per la soddisfazione di arrivare».

Dall’Adriatico alla Puglia

La costa è stata la sua compagna di strada. Pescara, Bari, Brindisi, città che si sono alternate una dopo l’altra nel buio e nella luce, scandendo il tempo e lo spazio. Alcune viste in pieno giorno, altre solo accennate dalle luci dei lampioni, altre ancora avvolte dal silenzio della notte.

Eppure, anche senza pause lunghe, un viaggio del genere lascia addosso sensazioni che vanno oltre i chilometri.

La sfida e il ritorno a casa

«Alla fine sono usciti 1040 chilometri», racconta. Non un’impresa da poco, ma Raffaele la racconta senza enfasi, con la naturalezza di chi considera lo sport parte integrante della sua vita.

Marco Tresca
marco.cippio.tresca@gmail.com

 

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Pubblicato il 16 Agosto 2025
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