Il circolo Acli di Garabiolo: un tavolo, un caminetto, un paese intero
Dalla scommessa di Giovanna e di suo marito, alla pizza del giovedì, passando per gite, pranzi sociali e relazioni che durano una vita: la storia del circolo che tiene accesa Garabiolo

La sesta tappa del nostro tour alla scoperta delle Acli del Varesotto, dopo Ispra, Bergoro , Caronno Varesino, Curiglia e Cadero ci porta Garabiolo.
Qui troverete tutte le puntate del nostro reportage
Sopra Maccagno con Pino e Veddasca, in una frazione “aggrappata” alla montagna e abitata da poco più di cento persone, c’è un luogo dove il silenzio della valle si interrompe con il tintinnio delle tazzine, le voci familiari degli anziani e la musica che accompagna le serate d’estate. Il circolo ACLI di Garabiolo non è solo un bar, ma un luogo di incontro quotidiano, di legami, di cura reciproca.
E questa storia comincia seduti a un tavolo, davanti a un caffè, con Daniele Dal Lago, presidente del circolo.
«Il circolo è nato il 18 aprile del 2004», racconta. «In un posto dove c’era poco o nulla, Giovanna e suo marito, che venivano da Milano e da Piacenza, hanno avuto il coraggio di scommettere. Avevano casa qui e hanno deciso di restarci. L’ex sindaco Renzo Gianni ci ha creduto. Prima di noi c’era un’autorimessa, poi un bar. Poi il silenzio. Adesso invece c’è vita.»
Giovanna e suo marito sono stati molto più che i fondatori del circolo. Sono stati i primi ad aprire ogni mattina, a cucinare per tutti, a organizzare le gite, a mettere il tavolo lungo in piazza per le castagne. Hanno spinto con determinazione l’amministrazione perché Garabiolo non restasse solo un insieme di case chiuse. Avevano già una vita altrove, ma hanno scelto consapevolmente di investire tutto qui: tempo, energia, relazioni. Quando Giovanna ricorda quei primi anni lo fa con orgoglio: «I primi mesi ero spiazzata. Non c’era niente. Ma ho insistito con il sindaco, e alla fine mi ha detto: ‘Avete voluto la bicicletta? Adesso pedalate’. Così abbiamo cominciato». E quando le si chiede perché abbia deciso di aprire, lei sorride e risponde: «Perché non c’era proprio nulla», aggiungendo con ironia una parola colorita che non possiamo riportare, ma che riassume bene la concretezza con cui ha vissuto quei momenti. Poi, però, sono la commozione e i ricordi a prendere il sopravvento, e Giovanna si dice felice.
Oggi il circolo è uno dei pochi luoghi in cui il paese si ritrova. «Siamo ottanta residenti, ma abbiamo più di cento soci. Alcuni arrivano dalla Germania, dalla Francia, altri hanno casa qui e si sentono parte della comunità». Non è raro che chi non riesce più a scendere per ragioni di salute continui comunque a rinnovarla, per sentirsi parte.
La tessera, in molti casi, è un atto di appartenenza più che di frequenza
Una luce che non si è mai spenta
Durante la pandemia il circolo ha attraversato un periodo delicato. «Eravamo vicini a chiudere. Bollette, responsabilità, incertezze. Ma siamo stati i primi a riaprire dopo il lockdown, solo con l’asporto per i soci. È nata così una pratica che continua: l’asporto sociale. Prepariamo pranzi e cene, ma li portiamo anche a chi non può uscire. E se una persona anziana non si fa vedere al mattino per il caffè, ci preoccupiamo subito».
In quel periodo, accanto alla gestione ordinaria, si sono rafforzati i legami: si consegnavano i pasti a domicilio, si aiutavano le persone più fragili con le medicine, si restava presenti anche solo con una telefonata o una passeggiata fino a casa di chi non poteva venire giù.
Il circolo è aperto tutti i giorni tranne il lunedì. La domenica, invece, si cucina a pranzo: meglio così per chi fa più fatica a uscire la sera. Ci sono 38 posti, ma il limite si supera con l’asporto. Il giovedì sera è la sera della pizza al trancio, con una partecipazione che spesso supera le cinquanta persone. Il clima è familiare, informale, accogliente. «E poi ci sono le gite. Non è facile organizzarle: bisogna anticipare le spese, prenotare il pullman. Ma quando si parte, è una vera festa».
Una delle ultime uscite è stata una cena in vigna. Cinquantuno i partecipanti. Un successo. «Facciamo tutto con le nostre forze. E ogni tanto vinciamo anche qualche bando. L’ultimo è stato sulla socializzazione tra giovani e anziani. È questo che vogliamo fare».
Nel frattempo, si raccolgono fondi anche per cause lontane: come quella a favore dei bambini del Madagascar. Un segno che, pur restando in alto, tra i monti, lo sguardo sa ancora allargarsi.
Storie che lasciano il segno
Chi frequenta il circolo sa che ci sono volti che lo abitano come fossero mura. Giovanna, 85 anni, è una di queste. Non manca a un pranzo, né a una cena sociale. «Finché avrò un filo di vita, ci sarò», dice. Fu lei a chiedere un caminetto per le caldarroste, ed è ancora lei a farsi portare giù se non riesce a scendere da sola. «Non è più lei a portare le persone al circolo, è il circolo che porta lei» scherza qualcuno.
Il nome di don Angelo Bonalumi, parroco dal 1966 al 1998, ritorna spesso. Era lui che organizzava le feste, portava i bambini a sciare, animava il paese. Lo spirito che anima oggi il circolo, raccontano, nasce anche da lì. Da una tradizione di presenza e di vicinanza.
Progetti, sogni e nuove strade da aprire
Oggi Daniele Dal Lago guida un gruppo ristretto ma determinato. Il desiderio è quello di continuare a migliorare ciò che già esiste, rendendo il circolo ancora più accogliente, funzionale, vivo. «Vorremmo una cucina più grande, una piazza senza auto, più spazio per chi arriva». E poi ci sono i giovani. «Vorremmo coinvolgerli, farli sentire parte. Magari con concerti acustici, iniziative culturali semplici. Ma servono le forze. E il passaggio generazionale è sempre un tema. A Garabiolo i giovani non sono tanti, ma qualcuno torna. E se trova una porta aperta, magari resta».
Una comunità che si riconosce
Garabiolo non è immune ai problemi delle valli: spopolamento, invecchiamento, poche prospettive per i più giovani. Ma chi resta, qui costruisce relazioni.
Il circolo è il punto da cui si parte e a cui si torna
«Una signora che non poteva più venire, continuava a rinnovare la tessera. Per lei questo posto era il cuore del paese. E non è la sola» dice Daniele. Chi arriva, viene accolto. Chi parte, lascia un segno. Chi resta, tiene accesa una luce che illumina anche chi sta un po’ più in ombra. Il gruppo Amici di Garabiolo collabora da anni con il circolo: organizzano feste, cucinano, accolgono, puliscono. Tutto è condiviso, come si fa tra vicini.
La porta resta aperta anche nei giorni in cui non ci sono eventi. C’è chi passa solo per un caffè, chi per leggere il giornale, chi per scambiare due parole. E se qualcuno manca, ci si chiede come sta.
Il circolo ACLI di Garabiolo è la prova che si può vivere bene anche in alto, tra i boschi, se si è insieme. E che una comunità si costruisce un caffè alla volta, una cena condivisa alla volta. In salita, certo. Ma con passi pieni di senso.
TAG ARTICOLO
La community di VareseNews
Loro ne fanno già parte
Ultimi commenti
Giuseppe Mantica su Un futuro nella musica per il cardiologo dell’ospedale di Gallarate Giovanni Gaudio in pensione a fine anno
Felice su Il pericoloso gioco alla stazione Ferno-Lonate: ragazzini attraversano i binari nel tunnel
lenny54 su È arrivato il gran giorno a Monteviasco: dopo sette anni di stop riparte la funivia
Adriana Andriani su Bogno, la Fondazione Sacro Cuore in liquidazione. Bini: "Non c'erano le condizioni economiche per proseguire"
Bruno Paolillo su Ottant’anni fa Hiroshima: la memoria della bomba che cambiò il mondo
PaoloFilterfree su Vigili del fuoco, organico solo sulla carta: Candiani denuncia l’abuso delle leggi speciali. "Vuote anche le case Aler in convenzione"
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.