«Così presto le mie gambe a chi non può correre la maratona», la storia di Francesco Mininni

Alla guida di speciali carrozzine, Francesco accompagna fino al traguardo di corse e maratone ragazzi che altrimenti non avrebbero la possibilità di conoscere l'emozione dello sport

francesco mininni

Francesco Mininni si definisce «una persona comune con molte passioni». Tra queste, c’è soprattutto quella della corsa: un amore che l’atleta di Biandronno fa scoprire anche a chi normalmente non ne avrebbe la possibilità.

Francesco è un “pilota di carrozzine”: un ultramaratoneta e volontario che spinge ragazzi con disabilità durante gare e maratone, permettendo loro di vivere l’emozione della corsa. «Si dona il proprio tempo e le proprie gambe – racconta Francesco –, ma quello che si riceve in cambio è molto di più».

Tutto è cominciato un inverno di una decina di anni fa, alla maratona di Firenze, quando Francesco ha incontrato per la prima volta un gruppo di ragazzi “alla guida” di alcune carrozzine affrontare e concludere la gara con temperature proibitive. «Sono dei grandi – ha subito pensato Francesco –, l’anno prossimo voglio farlo anch’io».

Le storie che restano nel cuore

Tra i tanti episodi vissuti, Francesco ricorda quello con Marcolino, un ragazzo affetto da una rara malattia che, dopo aver corso la maratona di Firenze (42 chilometri fatti di sorrisi, scherzi e risate), ha tagliato il traguardo con le lacrime agli occhi perché avrebbe voluto continuare a correre nonostante la fatica. «È una grande lezione di vita – sottolinea – perché insegna a lanciare il cuore oltre l’ostacolo».

Esperienze che diventano ancora più intense durante le ultramaratone: come la 100 km del Passatore, che Francesco ha affrontata dall’inizio alla fine spingendo una carrozzina per quasi 20 ore di corsa. «È stata una fase mistica della mia vita – dice – e ogni anno associo queste sfide a progetti benefici».

Esperienze che forgiano amicizie uniche

Attività di volontariato come queste, permettono di creare legami profondi con i ragazzi e le loro famiglie. «Per i genitori è anche un momento di respiro – spiega Francesco –, sanno che i loro figli sono in mani sicure. Alla fine delle gare spesso ci si ritrova insieme per una pizza o un compleanno. Sono amicizie vere, che vanno oltre lo sport».

Progetti per il futuro e impegno nelle scuole

Francesco collabora con l’associazione nazionale Maratonabili, con cui partecipa a eventi in tutta Italia, dalla mezza maratona di Monza alla maratona di Firenze, che vede coinvolti volontari e carrozzine da ogni regione.

Parallelamente, Francesco ha avviato un progetto di sensibilizzazione nelle scuole e negli oratori, per raccontare il valore dello sport e del volontariato. «I bambini reagiscono con entusiasmo – sottolinea – e questo dimostra che non tutto è negativo: possiamo insegnare loro a riconoscere e combattere il bullismo attraverso esperienze positive».

Mental coaching e crescita interiore

Francesco ha inoltre intrapreso un percorso di formazione come mental coach: una disciplina che considera un supporto utile per chiunque voglia affrontare meglio sfide personali e professionali. «Un buon coach – spiega – deve saper ascoltare e aiutare a fare ordine tra emozioni e pensieri».

Francesco Mininni ha raccontato la sua storia a Radio Materia ospite della rubrica Chi l’avrebbe mai detto. Ascolta il podcast dell’intervista a questo link.

Alessandro Guglielmi
alessandro.guglielmi@varesenews.it

 

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Pubblicato il 29 Settembre 2025
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