A Varese al via le opere per il Famedio: il memoriale delle personalità illustri della città
Saranno 35 i primi nomi celebrati nel nuovo spazio dedicato ai varesini che hanno lasciato un segno nella storia locale

A Varese iniziano ufficialmente i lavori per la realizzazione del Famedio, il memoriale pensato per rendere omaggio alle personalità illustri e benemerite che hanno contribuito, in diversi ambiti, a costruire l’identità e la storia della città.
A darne l’annuncio è Francesca Strazzi, presidente della Commissione Famedio, che spiega: «Iniziano le opere per il memoriale dei varesini che renderà omaggio ai primi 35 nomi individuati durante il Consiglio comunale dello scorso mese di marzo. Ma la storia di Varese è ricca di figure da ricordare, per questo l’obiettivo è di arricchire ogni anno il Famedio con nuovi nomi».
I primi 35 nomi del Famedio varesino
Il Famedio accoglierà nomi legati alla cultura, allo sport, alla politica, alla scienza, alla fede e all’imprenditoria. Personalità che, in modi diversi, hanno dato lustro alla città e lasciato un’eredità tangibile.
Ecco i primi 35 varesini a cui è dedicato il memoriale:
Edoardo Flumiani, Lanciotto Gigli, Ermenegildo Trolli, Luigi Ganna, Achille Cattaneo, Amelia Odescalchi Negretti “Liala”, Antonio Bareggi, Alfredo Binda, Flaminio Bertoni, Lino Oldrini, Giovanni Borghi, Mario Bertolone, Renato Guttuso, Guido Morselli, Piero Chiara, Ermanno Bazzocchi, Don Tarcisio Pigionatti, Vittorio Tavernari, Ottavio Missoni, Sergio Brusa Pasquè, Don Pasquale Macchi, Paolo Mantegazza, Salvatore Furia, Gianfranco Maffina, Giovanni Valcavi, Ambrogio Vaghi, Franca Pia Rame, Angelo Monti, Giuseppe Zamberletti, Alfredo e Angelo Castiglioni, Cardinale Attilio Nicora, Luigi “Cicci” Ossola, Pier Gianni Biancheri, Roberto “Bobo” Maroni.
Un progetto in divenire
L’intento è quello di costruire uno spazio della memoria che renda visibile il legame tra Varese e le sue eccellenze, offrendo ai cittadini un luogo dove ricordare, riflettere e riconoscersi.
«Con la prossima Commissione – aggiunge Strazzi – inizieremo già il lavoro per ipotizzare i prossimi nomi da designare». Il Famedio, quindi, non sarà un’opera conclusa, ma un progetto aperto e partecipato, capace di crescere negli anni con il contributo della comunità.
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